Organizzata, solida e con Lautaro bomber e leader: nessuno è superiore a questa Inter

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Con il Real fuori, i nerazzurri se la giocano alla pari con tutte. E uno come il Toro non ce l'ha nessuno

Stefano Agresti

Giornalista

17 aprile - 08:24 - MILANO

E ora l’Inter è lì. A tre partite dalla Champions, a tre passi dalla gloria. Con il Barcellona, l’Arsenal, il Paris Saint-Germain: avversarie grandi e forti, non insuperabili e nemmeno superiori. Non in modo evidente e netto, almeno: i nerazzurri si giocheranno più o meno alla pari con le altre - questione di opinioni, di sfumature - il titolo di campioni d’Europa. Non c’è più il Real dei fenomeni, la squadra dei sogni che comincia sempre la Champions da favorita e in questa competizione appare quasi imbattibile: l’ha sbattuto fuori l’Arsenal, e anche in malo modo. E non ci sono da tempo il Liverpool re della Premier, il campionato più ricco del mondo, e il City di Guardiola e Haaland, alla sua stagione peggiore. Dopo avere eliminato con autorevolezza il Bayern, al quale mancavano giocatori importanti ma rimane comunque un avversario di altissimo livello, l’Inter può arrivare ovunque. 

sotto a chi tocca

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Il prossimo avversario dell’Inter sarà il Barcellona, forse il peggiore da incontrare tra quelli rimasti in corsa (e pensare che l’altra parte del tabellone di Champions, quella con Real, Liverpool e City, pareva la più dura). Un rivale, il Barça, che evoca ricordi meravigliosi nel popolo nerazzurro: anche nella stagione del Triplete la squadra di Mourinho giocò la semifinale contro i catalani che sembravano - allora sì - invincibili, con Messi nel pieno della sua efficienza. Stavolta non sembrano invincibili, né lo sono. Hanno il talento forse più splendente del calcio mondiale, Yamal; hanno un centravanti tra i migliori, Lewandowski; hanno classe e genio sparsi un po’ ovunque. Ma hanno anche una difesa che non è insuperabile e concede sempre qualcosa, e in generale pure loro dovranno preoccuparsi delle qualità di questa Inter: l’organizzazione, la solidità (messa a dura prova dal Bayern) e le stelle di cui anche i nerazzurri sono ricchi, da Lautaro a Calhanoglu, da Thuram a Dimarco, da Bastoni e Barella fino a Mkhitaryan. È giusto stimare e rispettare chi hai di fronte, in questo caso il Barcellona, ma pure gli avversari avranno molti motivi per temere l’Inter.

resistere

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Solo uno sprovveduto poteva pensare che la vittoria in Baviera, aggiunta alle rilevanti assenze nel Bayern (Neuer, Upamecano, soprattutto Musiala), annullasse o riducesse i rischi del confronto di San Siro. I tedeschi hanno valori tecnici comunque importanti, campioni di grande classe e una storia che - quando si arriva a certi livelli - acquista un peso. Non a caso all’inizio della ripresa sono andati in vantaggio sfruttando una disattenzione nerazzurra (una delle poche) e hanno creato apprensione in tutto il mondo interista. In quel momento sono affiorati dubbi e tremori, e a qualche tifoso con i capelli bianchi sarà anche tornata in mente la rimonta del 1988 in Coppa Uefa, un incubo ancora vivo a distanza di trentasette anni: il trionfo per 2-0 in Germania e la sconfitta fatale per 3-1 a San Siro, quando i gol in trasferta valevano più di quelli in casa. È stato in quel momento che si è compreso non solo quanto l’Inter sia forte, ma anche quanto sia consapevole di questa forza: il gol di Kane poteva creare insicurezze nei nerazzurri, invece è accaduto il contrario, li ha spinti a riprendere in mano la partita e a ribaltarla, fino alla sofferenza finale dopo quel 2-2 abbastanza casuale.

 (L-R) Head Coach Simone Inzaghi of FC Internazionale, Sport CEO Giuseppe Marotta of FC Internazionale pose for a photo before a press conference during the presentation press conference of Simone Inzaghi at Giuseppe Meazza Stadium on July 07, 2021 in Milan, Italy. (Photo by Mattia Ozbot/Inter via Getty Images)

no, non è un caso

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È la seconda volta in tre anni che l’Inter raggiunge la semifinale di Champions e nel 2023 si è arrampicata fino alla finale. Una continuità che dimostra quanto sia forte il gruppo costruito dai dirigenti nerazzurri, a cominciare da Marotta che nel frattempo ha gestito pure un cambio di proprietà, e quanto sia stato abile Inzaghi a creare una squadra competitiva ai massimi livelli anche fuori dall’Italia. Una grande società, un grande allenatore, e ovviamente grandi calciatori. Noi spesso ci innamoriamo dei campioni che popolano i campionati degli altri, e certamente ce ne sono tanti straordinari, ma rischiamo di sottovalutare quelli che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Prendiamo Lautaro: davvero ci sono molti attaccanti al mondo migliori di lui, che sa essere goleador e leader, decisivo in campo e uomo squadra fuori dal campo?

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