Nissan stima una perdita operativa
di 275 miliardi di yen, equivalente e 1,54 miliardi di euro per
l'anno fiscale in corso, a causa dell'impatto dei dazi Usa e di
un contesto economico che si fa sempre più incerto. La causa
auto giapponese, che già nel bilancio 2024 aveva registrato una
perdita netta di 671 miliardi di yen (poco più di 4 miliardi di
euro), ha reso noto di aspettarsi un rosso di 30 miliardi di yen
nella prima metà dell'esercizio, in miglioramento rispetto alle
stime precedenti, grazie a benefici temporanei e a una riduzione
dei costi legati alle normative sulle emissioni. Alcuni
investimenti e progetti sono stati inoltre rinviati alla seconda
metà dell'anno.
"I risultati del primo semestre riflettono vantaggi
momentanei e i benefici delle iniziative del piano di riduzione
dei costi", ha dichiarato il direttore finanziario Jeremie
Papin, avvertendo tuttavia che la seconda metà dell'anno sarà
caratterizzata da un contesto competitivo difficile, rischi
nella catena di approvvigionamento e volatilità sul mercato
valutario. Secondo Nissan, le sfide attese includono anche
l'impatto dei nuovi dazi statunitensi sulle importazioni di
veicoli, i rincari delle materie prime e la persistente scarsità
di semiconduttori. L'azienda prevede ora ricavi per 11.700
miliardi di yen, in calo rispetto alla stima iniziale di 12.500
miliardi diffusa a maggio. Il terzo produttore auto nipponico -
che dispone di stabilimenti produttivi in Giappone, Stati Uniti
e Cina, ha avviato un ampio piano di ristrutturazione che
prevede il taglio di circa 20.000 posti di lavoro, pari al 15%
della forza lavoro globale, e una riduzione della capacità
produttiva per adattarsi alla debole domanda in mercati chiave
come Stati Uniti e Cina. Il tentativo di fusione con Honda -
considerato come una possibile via di salvezza secondo gli
analisti - è naufragato lo scorso febbraio per motivi di
governance e di equilibrio di potere dopo le incomprensioni tra
le due aziende sulla struttura di controllo.
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4 ore fa
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