Lucrezia, sorella della sciatrice 19enne deceduta in Val Senales lo scorso ottobre: "E' arrivato il momento di fermarsi. Non si può partire per andare a sciare e non tornare più a casa"
15 settembre 2025 (modifica alle 23:35) - MILANO
Perdere un figlio o una sorella per una caduta con gli sci è una tragedia, farlo quando pensi che i rischi siano inferiori perché sono professionisti, per i quali ritieni ci debbano essere tutele maggiori anche sulle piste d'allenamento, tenendo conto della velocità e dei rischi che corrono per raggiungerla, aggiunge rabbia al dolore. E' quanto ha espresso dopo il decesso di Matteo Franzoso via social Lucrezia Lorenzi, sorella di Matilde, morta poco meno di un anno fa, il 28 ottobre durante un allenamento in Val Senales. La ragazza, che un mese più tardi avrebbe compiuto 20 anni, aveva perso il controllo di uno sci, battendo violentemente la testa contro la superficie ghiacciata della Grawand G1. Le sue condizioni erano parse molto gravi: elitrasportata all'ospedale San Maurizio di Bolzano, i medici l'avevano trattata e ricoverata in rianimazione, ma purtroppo non c'era stato nulla da fare.

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"E' arrivato il momento di fermarsi. Le parole fatalità e disgrazia non sono presenti nel vocabolario di un atleta professionista. Non si può partire per andare a sciare e non tornare più a casa. Ciao Matte, salutami tanto Mati" ha scritto sui social Lucrezia Lorenzi. Parere peraltro condiviso da Kristian Ghedina: "Gli sci moderni sono troppo veloci, è ora di cambiarli".
La Gazzetta dello Sport
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