Nelle batterie dei 1500 avanzano due azzurri su tre, eliminato Ingebritsen. L'oro della maratona femminile alla keniana Jepchirchir
Dal nostro inviato Andrea Buongiovanni
14 settembre 2025 (modifica alle 09:21) - TOKYO
Sulla scia delle tre medaglie di sabato, anche la seconda mattina di gare di Tokyo 2025 sorride all’Italia. Dei sei azzurri impegnati nelle qualificazioni, superano il turno in cinque. Si assegna pure il titolo della maratona femminile: va (in volata) alla keniana Peres Jepchirchir, già vincitrice dell’oro olimpico 2021.
uomini
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Dalle batterie dei 1500 avanzano Federico Riva e Pietro Arese, non ce la fa Joao Bussotti. Da ognuna delle quattro in programma avanzano alle semifinali i migliori sei. Riva, nella prima, è quarto in 3’36”28. Il francese Hanz, capolista mondiale stagionale, è settimo ed eliminato. Arese invece, dopo una stagione difficile, vince la seconda in 3’40”91. Bussotti, nella quarta, non va oltre il nono posto (3’38”38). Davanti a lui finisce Jakob Ingebrigtsen (3’37”84), all’esordio all’aperto nel 2025. Il norvegese, chiaramente fuori condizione, è clamorosamente eliminato. Ci riproverà nei 5000? Dietro, 12° complice una caduta, c’è il 18enne keniano Phanuel Koech, uno dei favoriti. Vano il ricorso della sua federazione.

donne
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Due su due: è il bilancio azzurro del primo turno dei 100 ostacoli. Dalle sei batterie avanzano in semifinale le prime tre più sei ripescate in base ai tempi. Centrano l’obiettivo sia Giada Carmassi, seconda nella terza in 12”83, sia Elena Carraro, terza nella sesta in 12”86. Non era così scontato. La migliore del lotto, con 12”40, è la giamaicana Danielle Williams. È promossa anche Sara Fantini che approda con merito alla finale (a 12) del martello: con 71.06 è decima. Guida il gruppo la canadese Camryn Rodgers (77.52), la donna da battere. Eliminata la statunitense Brooke Andersen, iridata 2022: tre nulli.

maratona
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Il finale dei 42 km è scoppiettante. La gara si decide con una volata a due all’interno dello stadio. La Jepchirchir, in 2h24’43”, ha la meglio sull’etiope Tigst Assefa (proprio come ai Giochi 2021), ex primatista del mondo con 2h11’53”, per due secondi. Entrambe fanno parte della scuderia del manager trentino Gianni Demadonna. Il bronzo, a sorpresa, va a Julia Paternain (2h27’23”), atleta che da gennaio rappresenta l’Uruguay, dopo essere nata in Messico 25 anni fa ed aver studiato negli Stati Uniti e in Inghilterra, Paese per il quale ha gareggiato anche agli Europei under 23 del 2019. È rimasta a soli 14” dal personale, ottenuto in marzo nell’unica maratona corsa in carriera precedentemente. Incredibile la scena al traguardo: Julia non aveva la minima idea di aver ottenuto un piazzamento da podio… La sola azzurra in gara, la vicentina Rebecca Lonedo, finisce ventesima (settima europea) in 2h33’40”.