Milan, Tomori è di nuovo centrale: Allegri lo vede "alla Barzagli"

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Fikayo vuole rilanciarsi dopo l’addio vicino e tanta panchina nell’ultima stagione. E per il tecnico può avere un ruolo chiave

Dal nostro inviato Andrea Ramazzotti

30 luglio - 11:42 - PERTH (AUSTRALIA) 

A gennaio Tomori aveva un piede e mezzo fuori dal Milan visto che il club aveva raggiunto un accordo per il suo passaggio alla Juventus per una cifra che, bonus compresi, avrebbe sfiorato i 30 milioni. È stato lui che ha detto di no al trasferimento in bianconero: a Milano stava (e sta) bene e non se la sentiva di cambiare. Dopo quattro mesi trascorsi tra campo e in panchina con Conceiçao, adesso è diventato un punto fermo della difesa di Massimiliano Allegri. Perché dei quattro centrali è sicuramente il più rapido, l’unico capace di trasformare la linea a tre in quella a quattro. Ruolo delicato, che richiede determinate caratteristiche fisiche, ma anche concentrazione e applicazione. Per capirci, nella prima esperienza alla Juventus del tecnico di Livorno, era un certo Andrea Barzagli a fungere da marcatore di destra nella difesa a tre, salvo poi “scivolare” nel ruolo di terzino in fase di possesso per consentire alla squadra di alzarsi. Ora Max ha deciso di affidarsi a Fikayo e le prime risposte, con Arsenal e Liverpool, sono state positive

vento alle spalle

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Tomori sente che il vento è cambiato e che la sua avventura al Milan può riservargli altre soddisfazioni dopo lo scudetto del 2021-22 e la Supercoppa italiana della passata stagione. Febbraio e marzo, trascorsi quasi interamente a guardare i compagni giocare, sembrano un ricordo lontano. Come gli errori difensivi che la squadra commetteva, con lui o senza di lui, e che sono costati la qualificazione alle coppe europee. L’inglese e il Diavolo adesso ripartono da zero, con un nuovo tecnico e poche possibilità di sbagliare. Perché c’è da riconquistare l’affetto del popolo rossonero e perché... il contratto di Tomori è in scadenza nel 2027. Tradotto: il suo rendimento in questa annata influirà sulle prospettive di rinnovo e di prosecuzione del rapporto. Al futuro, però, Fikayo non pensa ed è pronto a battersi per conservare il posto in squadra, per non trascorrere più lunghe settimane in panchina. Qualche esempio? In campionato da inizio ottobre 2024 a fine dicembre, con Fonseca allenatore, ha giocato appena 13 minuti, mentre con Conceiçao, dopo l’espulsione dell’8 febbraio a Empoli per doppia ammonizione, è stato fuori per sette partite di fila (una per squalifica, sei per scelta tecnica). Neppure un minuto. Un affronto per uno della sua esperienza. È tornato a inizio aprile e comunque non è stato un gran finale. Né per lui né per il Milan. 

parole pesanti

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In questo precampionato Tomori ha parlato da leader. A Singapore era in conferenza stampa insieme ad Allegri e ha definito orribile il 2024-25, oltre a sbandierare la voglia di voltare pagina del gruppo. Poi dopo la vittoria con il Liverpool si è intrattenuto con i cronisti inglesi senza nascondere il desiderio di tornare a far parte del giro della Nazionale dei Tre Leoni in vista del Mondiale. Con il ct Tuchel si è sentito telefonicamente e se giocherà con continuità, pensa di poter avere delle chance di convocazione. Tutto però passa dalle sue prestazioni al Milan. Da un utilizzo più continuo rispetto al 2024-25. E anche da un rendimento migliore perché lo scorso anno anche lui ci ha messo del suo se entrambi i tecnici, da titolare, lo hanno declassato a riserva. Con Allegri è convinto che questo non succederà e che i gol al passivo saranno di meno. E così lavora sulle scalate difensive, per farsi trovare pronto quando dovrà fronteggiare l’uno contro uno di un esterno avversario più veloce. Quando in fase di possesso si troverà a destra, non gli sarà chiesto di spingere, ma di “amministrare” e di non scoprire la squadra. Per togliersi delle soddisfazioni, là dietro serve ricostruire il muro rossonero e Fikayo vuole dare una mano.

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