Davanti a Ibra e al resto della dirigenza, i rossoneri vincono trasformando un rigore. Al ritorno in caso di parità di risultati (e differenza reti), il regolamento premierebbe gli emiliani grazie al miglior piazzamento in campionato
Dal nostro inviato Marco Pasotto
10 maggio - 22:17 - SOLBIATE ARNO (VA)
La grande paura si trasferisce allo stadio Mazza fra sette giorni. Il Milan Futuro porta a casa il primo round con la Spal e ovviamente i sorrisi sono ben accetti, ma questo 1-0 è un vantaggio minimo considerando che a Ferrara – a differenza del Chinetti di Solbiate Arno - l’ambiente sarà caldissimo e che, a parità di risultati (e differenza reti), il regolamento premierà gli emiliani grazie al miglior piazzamento in campionato. Insomma: sabato prossimo potrà succedere di tutto e la sfida per scongiurare la caduta fra i dilettanti è aperta a qualsiasi scenario (i rossoneri, però, avranno a disposizione due risultati su tre). Sul campo due nomi pesanti – uno per nobiltà ereditaria di casata, l’altro per ampia frequentazione di categorie superiori - che cercano di salvarsi dall’abisso della D, condanna destinata inevitabilmente a rivoluzionare al ribasso i rispettivi progetti. Intanto, però, il Diavolo si conferma tabù per i biancazzurri: questa è la terza vittoria in tre incroci stagionali. In tribuna gli stati generali rossoneri al completo: Furlani, Ibra, Moncada e Kirovski. Oltre a Camarda che, come Jimenez, non poteva essere inserito in distinta.
differenza tecnica
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In vigilia Baldini si era detto preoccupato dal livello tecnico del Milan ed è stato un buon profeta. Differenza di valori evidente, a tratti impietosa. Rossoneri migliori nelle individualità ma anche nell’espressione collettiva: gioco decisamente gradevole, fluido, trasmissione di palla rapida, portatori di palla agevolati dagli inserimenti degli esterni e dai movimenti delle punte. Insomma, un calcio bello da vedere (e in panchina c’erano ben cinque Primavera) con l’unica pecca di una certa leziosità negli ultimi venti metri. Paradossalmente, persino troppa pulizia nell’ultimo passaggio e nelle conclusioni. Comunque, un primo tempo a senso unico per il compiacimento di Nava, stimolato soltanto in un paio di uscite innocue. Un copione che intorno alla mezzora ha esasperato i tifosi emiliani fino alla contestazione plateale: tirate fuori eccetera eccetera. Pazienza finita anche perché, d’accordo la differenza nella cifra tecnica, ma un primo round così spudoratamente a senso unico era francamente difficile da immaginare. Male la mediana con Paghera e soprattutto Nador presi costantemente in mezzo da Alesi, Sandri e Branca, sradicatore di palloni. Male gli esterni d’attacco, che non sono riusciti a rifornire il centravanti Molina. La linea difensiva non è stata particolarmente sgraziata, però ha patito il moto (quasi) perpetuo di Traore e le percussioni di Ianesi. Problemi anche di fronte alle sovrapposizioni di Bartesaghi con Bozzolan sul fianco sinistro del Diavolo.
insidie
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Il Milan ha stappato la partita su rigore, dopo un calcetto ingenuo di Fiordaliso su Traore, che era spalle alla porta e al limite dell’area. Dal dischetto Sandri impeccabile. Era il 34’ e i rossoneri avevano già concluso verso la porta avversaria quattro volte, due delle quali particolarmente insidiose. Nella ripresa Baldini si è giocato i carichi pesanti. Dentro Antenucci e Karlsson all’ora di gioco, quando comunque la Spal stava già tentando da qualche minuto di cambiare l’inerzia della partita. Missione riuscita: più aggressività, baricentro sempre più alto con lo scorrere del cronometro, più coraggio e Milan che iniziava a smarrire metri. Un copione che il Diavolo ha ripetuto per l’ennesima volta in stagione: primi tempi scintillanti, riprese di sofferenza. Stavolta, però, la diga ha retto, pur fra svariati patemi. Anche se, all’atto pratico, Nava in tutti i novanta ha effettuato un solo intervento. Una ripresa in cui la Spal ha sopperito con la ferocia a tutte le mancanze tecniche del primo tempo, rinchiudendo il Diavolo negli ultimi trenta metri. Gli emiliani ripartono da qui, il Milan dai primi 45: sarà un ritorno davvero tutto da giocare.