Milan Futuro e Spal, chi resta in Serie C? Le due squadre a confronto

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I rossoneri si giocano tutto: in ballo c'è un progetto costato più di 12 milioni. I ferraresi si affidano ai giocatori che hanno militato in Serie A e nelle coppe europee

Francesco Albanesi e Lorenzo Cascini

9 maggio - 18:22 - MILANO

Tutto in una settimana. Il Milan Futuro si gioca tanto, tantissimo del progetto che sarà. Il Futuro, appunto, con la f maiuscola. Sabato sera i rossoneri affronteranno la Spal nei playout per non retrocedere in Serie D, giocando l’andata in casa e il ritorno a Ferrara tra sette giorni. La squadra di Oddo sarà costretta scendere in campo senza Camarda e Jimenez, che non hanno raggiunto il numero necessario di presenze in lista per essere convocati ai playout, e avrà l’obbligo di uscire vincitrice dal doppio confronto dato il peggior piazzamento in classifica. Curiosità: quella di Milan Futuro è stata una stagione complicata, ma la Spal è l’unica squadra con cui i rossoneri hanno vinto sia all’andata che al ritorno. Due a uno sia a Solbiate Arno che al Mazza. Certo era tutto un po’ diverso, in panchina c’era ancora Bonera e le pressioni erano sicuramente differenti, ma chissà che non possa essere di buon auspicio. 

Milan futuro

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La bestia nera della Spal si chiama Ettore Quirini, laterale di destra nel 3-5-2 rossonero. Il classe 2003 ha incrociato tre volte i ferraresi in stagione e per tre volte ha segnato: due gol con la Lucchese e uno (decisivo) col Milan Futuro da quando è arrivato a gennaio. A centrocampo, la certezza è Gabriele Alesi, tre gol nelle ultime cinque. In attacco, al posto di Camarda, molto probabilmente ci sarà Magrassi, anche lui a segno nel match di ritorno in campionato. Il pareggio contro la Vis Pesaro all'ultima giornata ha messo alle strette il Milan Futuro, che dovrà avere la meglio nel doppio confronto. In caso di parità nel risultato totale, sarà la Spal a salvarsi. Nel complesso i rossoneri arrivano all'appuntamento in discreta forma: le tre vittorie consecutive tra fine marzo e inizio aprile hanno ridato entusiasmo e certezze a un destino - gli spareggi retrocessione - ormai già scritto. La tanta e inevitabile inesperienza è stata la logica conseguenza di un campionato vissuto nei bassifondi di classifica, con in mezzo il cambio di guida tecnica. Ma a partire da sabato sera (in campo alle ore 20 per la gara di andata) si azzererà tutto. Dentro o fuori. Centottanta minuti in cui ci si gioca tutto: al Milan c'è in ballo un progetto costato più di 12 milioni. 

spal

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La prima cosa che balza all’occhio è l’esperienza. La Spal ha una rosa composta da giocatori che hanno fatto la Serie A, qualcuno addirittura le coppe europee. Sanno quindi come si affrontano certe partite. È anche un discorso di pressione e di nervi, soprattutto quando il pallone scotta. Un paio di esempi. Mirco Antenucci, attaccante e capitano della squadra, che quest’anno ha segnato 11 gol. Gli stessi che fece in A nel 2017-18, con Semplici allenatore, Meret in porta, Lazzari sulla fascia e Borriello in attacco. Mirco era il capitano anche allora, anche se sembra passata una vita. La squadra si salvava in A, spaventando i grandi club, mentre adesso deve lottare per non sprofondare nei dilettanti. In rosa quest’anno c’è un’altra vecchia conoscenza della Serie A: Omar El Kaddouri. Su di lui c’erano grandi aspettative. Nel 2019 arriva a Brescia dopo un torneo di Viareggio da star e si presenta con una cresta piuttosto riconoscibile, movenze da campione e buoni colpi. Fa il trequartista, lo chiamano “il piccolo Zidane”. Lui, invece, va a sprazzi e si perde un po’. Ha fatto bene dove è stato coccolato, vedi Brescia e Torino, meno quando c’era da sgomitare e lottarsi il posto. A Napoli lo ricordano più per i capelli stravaganti e per le imitazioni di Sarri che per le giocate. Poi c’è la storia di Rao, talentuoso 2006 che ha il diabete e gioca con un microinfusore: lo usa anche nel riscaldamento, poi lo toglie per la partita. Nell’intervallo lo riattacca e questo gli garantisce l’insulina per scendere in campo nella ripresa. Un’altra curiosità, il centravanti. Si chiama Ottar Magnus Karlsson, viene da Reykjavik come Gudmundsson (suo idolo) e ha un grande potenziale. Ma soprattutto è un personaggio: gira solo a piedi, visita musei e legge Nietzsche e Kierkegaard.

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