Milan, ci pensa San Luka. Allegri da Champions con le stelle del mercato

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Modric è già il leader della squadra e di San Siro Buon impatto di tutti i nuovi

Arianna Ravelli

Giornalista

15 settembre 2025 (modifica alle 00:14) - MILANO

San Luka questa volta ha tradito Bologna ed esaltato il Milan che, dopo il passo falso iniziale contro la Cremonese, continua la sua marcia e si prende una (piccola) rivincita sulla squadra che gli aveva strappato la Coppa Italia e la possibilità di medicare, almeno in parte, il bilancio della scorsa stagione. La giacca di Max Allegri ha ricominciato a roteare e se prendere un rosso non è mai una bella cosa (va detto che la decisione arbitrale di non dare il rigore per il fallo di Lucumi su Nkunku è stata alquanto sorprendente, a maggior ragione perché convalidata dalla Var), è il segno che le vecchie abitudini sono dure a morire. Quasi quanto le vittorie di corto muso.

Attenzione: di corto muso non significa per caso. E se, dopo i primi buoni venti minuti del Milan, per lunghi tratti la manovra è stata un po’ contratta e abbastanza noiosa, e il Bologna ha provato a gestire la palla (senza mai essere troppo pericoloso, va detto), dopo il gol di Modric la squadra si è stappata, ha giocato molto meglio, avuto occasioni (in tutto saranno quattro i pali), finendo senza dubbio per meritare. La morale è che la qualità non è mai una brutta idea. Il Milan vince grazie al suo centrocampo delle stelle e risolve così quello che rischia di essere un problema che si ripresenterà a San Siro perché questa è una squadra che deve stare bassa, riconquistare palla e ripartire. Ma se interviene San Luka è tutto più facile. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi di quanto potessero dare Modric (ma aggiungiamo pure Adrien Rabiot) dopo ieri sera lo avrà cacciato.

Modric, 40 anni e non volerli sentire (nel senso che è stufo di domande sull’età, ma se va avanti così noi continueremo a stupirci e a sottolinearlo) è già il leader assoluto: della squadra e di San Siro, direttore d’orchestra, maestro nel recupero di palloni, nei passaggi filtranti e nelle conclusioni, come quella, bellissima, con cui ha deciso la partita. Rabiot ha avuto un impatto ottimo: uomo ovunque, primo a pressare, tanta voglia, in grado di alternarsi con Loftus-Cheek come secondo attaccante e di variare quindi il gioco disorientando gli avversari. Non male come debutto.

Se l’Inter, e anche la Juventus, sabato sera hanno usato poco, o pochissimo, i nuovi acquisti (i nerazzurri solo Akanji dall’inizio, peraltro senza grandi risultati), il Milan ha sfruttato al massimo tutto il mercato estivo. È apparso buono, infatti, anche l’apporto a gara in corso di Ricci e Nkunku che, come detto, un rigore se lo era anche conquistato. Con queste premesse, l’obiettivo della Champions appare realistico, anche perché l’assenza delle Coppe aiuterà Allegri e permetterà a Modric di presentarsi sempre al massimo giocando una volta a settimana. A proposito di Santi, la nota negativa resta ancora Gimenez, che appare proprio in crisi mistica: il palo che colpisce è un clamoroso gol sbagliato. Il messicano non riesce a sbloccarsi e la prossima missione di Allegri sarà recuperare il suo attaccante.

Tra le capolista, non tiene il passo di Napoli e Juventus la Roma, che cade meritatamente contro un Torino solido, mostrando tutti i suoi deficit davanti. Gasperini fa un passo indietro: punta su Dybala falso nove, ma forse finisce per confondere i suoi, di sicuro il suo attacco non è all’altezza di una squadra che punta alla Champions. Baroni, invece, comincia a far vedere la sua mano, presentando una squadra solida, concentrata, mai frenetica, a cui Asllani dà ordine, con un Simeone in versione extra lusso, e che ha reagito bene alla sconfitta iniziale con l’Inter e ha saputo far fronte a un calendario non facile.

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