Nella semifinale con l'americano perde il primo set 6-1, ma rimette le cose a posto e si impone 6-0 6-3. Domenica affronterà Alcaraz
Per mezzora i diecimila spettatori del Centrale sono rimasti impietriti. Nessuno, nemmeno i giocatori in campo, si sarebbe mai aspettato un film così: Jannik Sinner preso a pallate da Tommy Paul e primo set perso 6-1. “Scusate, abbiamo scherzato”, sembra dire l’azzurro mentre esce dalla modalità “off” e, con la stessa velocità con cui aveva incassato quel parziale, rimette le cose a posto: 1-6 6-0 6-3. Fa impressione anche così, il numero 1 del mondo, non solo quando liquida Ruud in 63 minuti concedendogli appena un game. Un match iniziato malissimo e rimesso sui binari giusti con una dimostrazione di forza e personalità inequivocabile. Il campione, d’altronde, si vede nelle giornate che sembrano maledette. Questa giornata, invece, finisce in gloria: Sinner in finale agli Internazionali d’Italia, domenica (non prima delle 17) contro Carlos Alcaraz, cioè il miglior spot che il tennis globale possa offrire. Jannik è di nuovo all’atto conclusivo di un torneo, 110 giorni dopo la finale degli Australian Open vinta contro Zverev. La squalifica per doping viene definitivamente archiviata, ora che i dubbi sul ritorno alla massima competitività sono stati spazzati via. Peraltro, è la prima finale di Jannik sulla terra da Umago 2022 (batté, guarda caso, Alcaraz). Tutto il Paese è in festa: l’ultimo italiano ad arrivare in finale agli Internazionali era stato Adriano Panatta nel 1978, sconfitto da Borg in cinque set. E di Panatta è anche l’ultimo trionfo al Foro, nel 1976.
la partita
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È un inizio shock per il pubblico romano. Paul fa il break e va 2-0. Lo statunitense, già semifinalista a Roma nel 2024 ma non proprio un terraiolo doc (50% di partite vinte sul lento, al Roland Garros mai oltre il 3° turno), gioca con la mente libera di chi non ha nulla da perdere, sta con i piedi dentro il campo, è aggressivo e risponde alla grande. Proprio un diritto in risposta, scivolando sulla riga, gli dà il secondo break, quello del 4-0. Paul cerca anche di variare con il back, mentre Sinner è una controfigura di se stesso. Sbaglia tanto, subisce, è impaziente di uscire dallo scambio. È stupito anche lui dell’approccio alla partita e non nasconde la frustrazione nei dialoghi con l’angolo. Dopo cinque game persi consecutivamente, ne conquista finalmente uno. Ma l’americano n.12 del ranking non trema al servizio e si aggiudica il parziale al primo set point: 6-1, da non crederci. L’ultimo scivolone di queste proporzioni risaliva allo scorso settembre, quando Jannik cedette con lo stesso punteggio il secondo set a Medvedev nei quarti degli Us Open, vincendo in quattro parziali. Le statistiche di questo 6-1 romano, durato 28 minuti, sono eloquenti: 13 errori non forzati e solo due vincenti per Sinner, con il 68% di prime di servizio e appena il 45% di punti vinti sulla prima. Uno spartito capovolto rispetto al primo set di ieri contro Ruud. Ma poi comincia un’altra partita. Sinner smette di imprecare e gioca per davvero. Lo si capisce da un fotogramma, in particolare: quel rovescio lungolinea, il suo marchio di fabbrica, finalmente liberato per il primo break dell’incontro (2-0). La conferma dell’inversione di tendenza arriva nel game successivo. Riecco il killer instinct del numero 1 del mondo: sul 15-40 piazza due ace di fila, annulla due palle del controbreak e vola 3-0. Ora non lo ferma più nessuno, di certo non Paul che torna con i piedi per terra. Al servizio si trova 40-0 ma commette due doppi falli che innescano la rimonta sinneriana. Siamo a 4-0, subito dopo convertito in 5-0. I ruoli si sono ribaltati. O meglio, i ruoli si sono allineati alle gerarchie che tutti conoscono. La tranquillità ritrovata dall’altoatesino si esprime anche con una smorzata che va a segno. È il cappotto del 6-0, maturato riducendo al minimo gli errori (4 contro i 10 vincenti) e tornando a servire sui suoi standard (82% di prime, 79% di punti vinti sulla prima). Adesso tutti quanti hanno la percezione nitida di come finirà questa partita. Sinner lo mette in chiaro subito tenendo a zero il primo turno di battuta del terzo set e piazzando il break del 2-0. Sul 3-1 Sinner rallenta e fa rientrare in partita l’avversario che gli strappa il servizio. Ma è solo un attimo. Jannik si riprende il vantaggio di un break dimostrando, tra l’altro, una tenuta invidiabile: scambio durissimo, 18 colpi, concluso con un rovescio lungolinea in corsa. Il beniamino locale vola 5-2 e chiude 6-3. È la vittoria numero 26 di fila. Un viaggio partito da Pechino a ottobre, che sembra non voler finire mai.