Anche per Beckham e Camavinga, Mac Allister e Van Dijk il nuovo oggetto del desiderio è la storica bag Hermès
Gianluca Zappoli
1 novembre 2025 (modifica alle 11:48) - MILANO
Tutto comincia, ancora una volta, da Lionel Messi. Stavolta però non c’entrano un gol o un assist. All’arrivo in Argentina per giocare le qualificazioni al Mondiale americano dell’anno prossimo, l’otto volte conquistatore del Pallone d’oro ha attirato i flash non per una giocata, ma per un accessorio: una rarissima Cargo Hac Birkin di Hermès, creata nel 2020 e pensata per un pubblico maschile. Linee pulite, quattro tasche esterne, un’anima pratica e un pedigree leggendario. A ruota, il compagno di nazionale Leandro Paredes (ex anche di Juventus e Roma), con una versione nera impreziosita da un portachiavi fashion. Dimenticate sneakers da collezione e orologi tempestati di diamanti: oggi il vero oggetto del desiderio dei fuoriclasse è la Birkin, la borsa più iconica del mondo. Quella che per decenni ha rappresentato il lusso femminile, oggi è diventata una sorta di trofeo di stile per i campioni del pallone.Il calcio, sempre più vicino alla moda, rappresenta ormai una passerella globale: i giocatori lanciano tendenze con un semplice scatto fuori dallo spogliatoio.
A Parigi spunta Becks
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David Beckham, pioniere dell’eleganza calcistica, non poteva mancare. Alla Paris Fashion Week di marzo è apparso anche lui con la sua Birkin in mano, confermando il legame ormai saldo tra football e haute couture. Ma la moda non è più solo affare per pochi. Virgil van Dijk, difensore olandese del Liverpool è arrivato in ritiro con una Birkin grigia, sobria e sofisticata. Stessa scena, sempre all’arrivo per un raduno con la nazionale, anche per un altro argentino Alexis Mac Allister (anche lui giocatore dei Reds) ed Eduardo Camavinga, stella della Francia e del Real Madrid. Anche per lui un modello personalizzato. Poi c’è Erling Haaland, l’uomo dei record. Tra un gol e l’altro, il norvegese ha sfoggiato una Birkin verde militare, abbinata a un look british impeccabile durante una giornata di golf. La foto, rimbalzata ovunque, ha ufficializzato l’ingresso della borsa più famosa nello spogliatoio maschile. Diversi nello stile, ma uniti da un messaggio chiaro: il vero lusso non è possedere, ma saper indossare.
Tutto iniziò nel 1983...
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Per capire come tutto è iniziato, bisogna tornare al 1983. Su un volo Air France da Parigi a Londra, l’attrice Jane Birkin si ritrova accanto a Jean-Louis Dumas, direttore creativo di Hermès. Durante il viaggio, la sua borsa cade dalla cappelliera e rovescia a terra appunti e oggetti. Dumas la aiuta, lei sospira: "Non esiste una borsa davvero bella, elegante e anche pratica". Poche settimane dopo, Dumas le regala un prototipo disegnato per lei: capiente, chic, funzionale. Nasce così la Birkin, è il 1984. Negli anni, diventa leggenda. Non basta avere soldi per comprarla: bisogna meritarsela. Le liste d’attesa possono durare anni, e la maison decide a chi venderla. Più che un acquisto, un rito d’iniziazione nel mondo del lusso. Ed è forse proprio questa esclusività a stregare i calciatori, abituati a vincere tutto ma sempre in cerca di un nuovo traguardo simbolico. La Birkin è la Champions League dello stile.
L’ex centrocampista
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La leggenda continua a riscrivere primati. Lo scorso anno, a Parigi, la prima Birkin appartenuta a Jane Birkin è stata battuta all’asta per 8,6 milioni di euro: cifra mai raggiunta da un accessorio di moda. A comprarla è Shinsuke Sakimoto, ex centrocampista del Gamba Osaka e oggi ceo di Valuence Japan, colosso del lusso second-hand. A soli 22 anni, ha lasciato il calcio per il business del riuso d’élite, spiegando così la sua scelta: "Il lusso è memoria condivisa". Dai campi alle boutique di Parigi, la Birkin si conferma simbolo di potere trasversale, capace di unire sport, moda e successo. Mentre i tifosi discutono di moduli e gol, i campioni giocano un’altra partita, quella dello stile. E, a giudicare dalle immagini, sembra davvero che anche questa l’abbiano già vinta.



