I campioni olimpico e mondiale dello stile rana si confessano a Trento, dagli sport preferiti fino alle preferenze tra Sinner e Tomba
L’elogio degli uomini-rana. Un talk dedicato non al nuoto, ma a uno stile. “Lo stile, diciamo così, più creativo”. Parola di Nicolò Martinenghi, campione olimpico dei 100. Protagonista insieme a Simone Cerasuolo, campione del Mondo dei 50. Intervistati e un poco pungolati da Sara Benci. “Nuotare e nuotare a rana son due cose diverse”, parola Cerasuolo. E dunque via col racconto. Ha detto Martinenghi: “Il nuoto è uno sport molto cattivo: non ti lascia il modo di fermarti”. Eppure…
la gloria olimpica
—
Eppure, “dopo Parigi ho passato 5 mesi a godermi quello che ho fatto. Poi ho cambiato allenatore, che è quasi come re-imparare a nuotare, ho cambiato città, e ora quando vado sul blocco non penso che devo difendere l’oro olimpico, penso che sono una nuova versione di me stesso”. Simone Cerasuolo: “Mi piaceva, mi dava gusto anche solo l’idea di poter diventare campione del Mondo di una specialità che tra tre anni sarà all’Olimpiade. E magari adesso uno può pensare che tre anni siano tanti, in realtà l’Olimpiade è lì, vicina. Almeno io la vedo vicina”. Notevole, ancora Cerasuolo, quando ha detto: “Il nuoto è una passione, una grande passione. Certo, non come il calcio…”. E infatti c’era stata una dichiarazione di Simone che aveva fatto pensare e un po’ sorridere. “Vorrei la Champions della Juve più dell’oro Olimpico per me”. Nientemeno.
il rapporto con il calcio
—
Nicolò a suo tempo aveva commentato: “Spero che abbia pensato bene a quel che ha detto. Io posso dire che la Champions l’Inter l’ha vinta, io l’oro ai Giochi l’ho vinto quindi sono a posto”. Simone: “Ma sì, ci ho ripensato. Ma nella mia famiglia il calcio viene prima di tutto. E io sono il figlio sbagliato che non ha fatto calcio. Allora dico così: mandiamo la Juve in finale di Champions, facciamo che anch’io arrivo alla finale Olimpica. E poi lì faremo la scelta”.
paragoni e radici
—
E si è capito che si sarebbe divagato parecchio. A Cerasuolo la conduttrice ha chiesto se come allenatore preferirebbe Allegri o Conte. E lui: “Allegri, senza dubbio”. Ancora, per tutti e due, preferireste assomigliare a Tomba o a Sinner? Cerasuolo: “A Sinner, lo sento più vicino. E soprattutto perché la sua forza mentale è pazzesca. E fa la differenza”. Martinenghi: “Vorrei stare in mezzo tra i due, alcune caratteristiche di uno, altre del secondo”. E già che si parlava di tennis, ha detto Martinenghi: “Ai tennisti invidio che hanno tante possibilità di rifarsi. I tornei sono ravvicinati. Però al GP di Misano ho incontrato Musetti e mi sono reso conto che loro fanno una vita da rock star. Non so se vorrei viverla”. Martinenghi appassionato di MotoGP dunque, Cerasuolo di F.1, non foss’altro che per essere nato a Imola. Di cui ha il codice di avviamento postale tatuato sul braccio sinistro. Ma Martinenghi anche e soprattutto cestista. “Amo follemente giocare a basket, e guardarlo. Sono di Varese, dove il basket è nell’anima. Ho scelto il nuoto perché ero più dotato. Se avessi provato a darmi alla pallacanestro probabilmente adesso sarei…a lavorare con mio padre. Ma adoro anche solo l’idea delle dinamiche di squadra, di condividere tutto, il bello e il brutto coi compagni”.