Spostamenti laterali nel mondo
dell'editoria patinata: Vanity Fair ha trovato il suo nuovo
direttore all'interno dello stesso gruppo Condé Nast in Mark
Guiducci, finora direttore editoriale creativo di Vogue.
Guiducci, 36 anni, assumerà la guida del prestigioso magazine
culturale alla fine del mese raccogliendo il testimone Radhika
Jones, che ha diretto la rivista per sette anni."Non c'è mai
stato un momento migliore per Vanity Fair di adesso", ha
dichiarato il direttore entrante: "Ogni mattina si leggono
notizie che sembrano opere liriche, drammi su grande scala —
come una co-produzione tra Marcel Proust e Michael Bay".
A differenza dei suoi predecessori, Guiducci sarà direttore
editoriale globale: avrà cioè la supervisione sulle edizioni di
Vanity Fair nel mondo, tra cui quelle in Gran Bretagna, Francia,
Italia e Spagna.
Nonostante le difficoltà dell'editoria negli ultimi decenni,
Vanity Fair resta una delle testate di punta di Condé Nast e la
sua direzione è ancora considerata uno dei ruoli più ambiti del
giornalismo americano. Fondata nell'era del jazz e rilanciata
nel 1983, la rivista ha avuto direttori iconici come Tina Brown
e Graydon Carter puntando i riflettori sui temi del lusso, di
Hollywood e delle élite del potere.
Radhika Jones, che aveva assunto la direzione di Vanity Fair
dopo la fine del mandato venticinquennale di Graydon Carter,
aveva annunciato le dimissioni il 3 aprile, dichiarando di
sentire "il richiamo di nuovi obiettivi nella vita" e "orrore
all'idea di restare troppo a lungo alla festa". Durante la sua
guida - in un periodo di profondi sconvolgimenti nel settore in
cui ha puntato a diversificare gli autori e le celebrità in
copertina - la diffusione di Vanity Fair è rimasta in gran parte
stabile.
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