Il Maracanà potrebbe essere venduto: lo Stato di Rio spende troppo per mantenerlo, circa 160 mila euro a partita. Teatro di due finali Mondiali, finisce nella lista degli immobili sottoutilizzati e onerosi
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La manutenzione del Maracana costa troppo, e lo stato federale lo mette in vendita. Tempio del calcio brasiliano e location di due finali della Coppa del Mondo, qualunque appassionato potrebbe affermare che l'impianto sportivo non ha prezzo. Non la vedono allo stesso modo i membri della commissione di Costituzione e Giustizia dell'Assemblea legislativa dello stato (ALERJ), che lo hanno aggiunto alla lista di immobili sottoutilizzati e onerosi in spending review.
AAA Maracana in vendita
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"Al governo costa una fortuna mantenerlo", ha spiegato Rodrigo Amorim, presidente della commissione ALERJ, cercando di rendere più digeribile la notizia all'opinione pubblica; "Stiamo parlando di cifre intorno ai 160 mila euro (un milione di real) per partita". La decisione sarebbe motivata dalla necessità di fare liquidità per poter abbattere parte del debito dello stato nei confronti dell'amministrazione federale.
Stando alle previsioni della legge finanziaria del 2026, infatti, al governo della Cidade Maravilhosa toccherà versare circa due miliardi di euro (12,3 miliardi di real) alla capitale solo per gli ammortamenti e gli interessi sul debito. Così, tra gli immobili con cui fare cassa, insieme a altri 14 nuovi edifici e terreni, è finito persino il Maracana. Ora, la palla passa all'ALERJ, che dovrà approvare il progetto in via definitiva, con un voto in seduta plenaria.
Maracanà, è giusto mettere in vendita la Storia?
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Per tutti i tifosi, il Maracana è un'istituzione. Proprio lì, per ben due volte si è deciso chi avrebbe alzato al cielo la Coppa del Mondo. La prima, il 16 luglio 1950, con una partita che non fu esattamente l'ultima ma non per questo risultò meno decisiva, e vide la vittoria per 2-1 dell'Argentina sulla formazione Carioca. Si trattò della più grande tragedia per il calcio brasiliano, passata alla Storia come il Maracanazo. In seguito a quella sconfitta, nel Paese si tolsero la vita una trentina di persone, per il dispiacere o per i debiti derivanti dalle scommesse perse. Non sarebbe esagerato dire che la cittadinanza sprofondò in una sorta di depressione, che si cercò di elaborare con tre giorni di lutto nazionale.
La seconda, nel 2014, fu una finale a tutti gli effetti: quella volta, Rio non portò fortuna alla Celeste di Lionel Messi, che dovette arrendersi alla Germania al 112'.



