Rush finale tra le polemiche sulla manovra. Il testo arrivato blindato dal Senato approda in Aula a Montecitorio, dove il governo pone la fiducia, dopo una discussione lampo in commissione senza alcuna possibilità di modifica visto che la terza lettura è preclusa, pena l'esercizio provvisorio. Le opposizioni vanno all'attacco accusando il governo di aver ridotto il Parlamento a "passacarte" con un dibattito ancora una volta "mortificato". Il Pd, tra l'altro, con Claudio Mancini rispolvera per l'occasione in commissione un video nel quale Giorgia Meloni all'opposizione nel 2019 rimarcava il fatto che "non c'è democrazia parlamentare quando il Parlamento non può discutere la legge di bilancio". Gli animi, insomma, non sono esattamente distesi.
A contribuire a esacerbare la situazione irrompe anche il caso Hannoun. Quando Fratelli d'Italia interviene in apertura di seduta d'Aula per chiedere a più riprese attaccando il centrosinistra due informative sulla vicenda scoppia la polemica e davvero sembra mancare un soffio perché l'esame della legge di bilancio possa di nuovo incartarsi. "L'Aula così può diventare ingovernabile - avverte Marco Grimaldi da Avs - se avete deciso di andare all'esercizio provvisorio ditelo", sbotta. La polemica, ad ogni modo, poi rientra e parte la discussione generale, non senza qualche ritardo tanto che la fiducia, prevista inizialmente per le 19 slitta alle 20.20. Sui banchi del governo il ministro Giancarlo Giorgetti segue i lavori. "Ha la mia solidarietà umana e personale - dice rivolgendosi a lui il deputato di Iv Roberto Giachetti - ma anche politica perché ancora oggi dopo il teatrino di FdI su Hannoun è riuscito a schivare un altro colpo ma chissà, mancano ancora 48 ore...". Mancano, in effetti, ancora due giorni al voto finale sulla legge di bilancio che arriverà martedì in mattinata.
Per domani è prevista, tra l'altro, una seduta fiume visto che andranno esaminati tutti gli ordini del giorno, quasi 250, con relativa illustrazione. E' l'ultimo atto di una manovra che ha visto sulla sua strada più di qualche stop and go. Il centrodestra, ad ogni modo, rivendica un provvedimento che ha messo al centro la tenuta dei conti. Un testo, dice Fratelli d'Italia che "coniuga crescita, stabilità ed equità". Che contiene, per dirla con l'azzurro Roberto Pella, "misure concrete per le Regioni e i Comuni e l'equità territoriale".
Nulla di tutto ciò per le opposizioni. "E' una manovra senza respiro, con la quale il governo ci porta in un vicolo cieco", accusa la capogruppo Dem alla Camera Chiara Braga. Anche M5s va all'attacco di una "manovra degli orrori che continua a tagliare sul sociale", accusa Davide Aiello. Misure "classiste che tolgono ai ceti più bassi per dare ai ricchi", dice Marco Grimaldi di Avs. A smarcarsi è, al solito, Azione che, con Elena Bonetti rimarca quanto sia stato inserito in corsa per la crescita su sollecitazione, rivendica, proprio del partito di Calenda. "E' sbagliato - evidenzia tra l'altro l'ex ministra - usare la manovra per fare la propaganda del campo largo".
Ad ogni modo nel mirino delle opposizioni, tutte, c'è soprattutto la compressione dei tempi d'esame da parte dell'esecutivo. "Davanti a questa umiliazione delle Camere - dice Riccardo Magi segretario di +Europa - il presidente Fontana e il presidente La Russa dovrebbero battere un colpo e garantire le prerogative del Parlamento, richiamando in maniera formale l'esecutivo". Le minoranze, intanto, su questo tema riescono a far mettere nero su bianco nel parere della commissione Affari Costituzionali un monito per il futuro. "È auspicato che - si puntualizza nel parere di maggioranza - in futuro siano assicurate condizioni e tempi tali da consentire un congruo esame del disegno di legge di bilancio da parte di entrambi i rami del Parlamento".
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