Lo chiama Merckx, e Pogacar si emoziona: "Mi mancano due classiche, la prossima stagione..."

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Il fenomeno sloveno dopo il suo quinto Lombardia riceve la telefonata del Cannibale: "Sono nella miglior forma della carriera, ma ogni anno mi sorprendo. Nell'ultima salita avevo la pelle d'oca..."

Filippo Conticello

Giornalista

12 ottobre 2025 (modifica alle 08:59) - MILANO

Mentre la folla urla al vento le stesse cinque lettere rimbombate in ogni angolo del Giro di Lombardia, T-a-d-e-j, il pentacampione Pogacar riceve il cellulare dal maestro Ernesto Colnago: dall’altro lato c’è Eddy Merckx, arrivano i complimenti più solenni. "È stata una bella sorpresa poter parlare subito con lui", ha raccontato il 27enne sloveno, emozionato da tutto, anche da quella voce dal Belgio.

Pogacar, sono tre Monumenti in una stagione proprio come il Cannibale: che effetto le fa?

"Da sempre mi paragonano a lui: non mi dà fastidio, ma non amo questi confronti, piuttosto mi godo una giornata indimenticabile. Nell’ultima salita avevo la pelle d’oca pedalando tra la gente: che atmosfera, avrò nelle orecchie e nella testa tutto questo per molte notti".

Ma di notte trova anche il modo di sognare nuovi successi?

"Cerco di trovare nuove ispirazioni, altri obiettivi. È vero che è difficile andare ogni giorno in bici, magari allenarsi con un tempo orribili. Ma quando finisci e sei arrivato al limite, è in quel momento che vinci davvero. Tutti i ciclisti, non solo io, sono qui perché vivono queste sensazioni". 

A proposito di obiettivi, quali sono i piani per la prossima stagione?

"Gli obiettivi sono Sanremo e Roubaix, sono una grande sfida che non ho ancora vinto. Ma non voglio pensarci ora, preferisco solo andare a casa e rilassarmi prima che tutto il casino ricominci l’anno prossimo. Purtroppo, non sono così bravo nel pianificare le vacanze come faccio con la stagione agonistica…".

Termina, comunque, il suo migliore anno?

"Forse sì, penso di essere nella miglior forma della carriera. Alla fine di ogni stagione dico sempre che è la mia migliore, ma poi nella successiva mi sorprendo di nuovo, anche se forse sarà sta volta sarà difficile". 

Quale è la differenza tra questa vittoria e le precedenti quattro?

"Questa è speciale perché Rafał Majka si ritira. È stato il mio mentore, il mio fratellone. Questo successo era anche il suo sogno, non solo il mio. Ha avuto una carriera incredibile, tutti i bambini dovrebbero prenderlo come esempio".

In stagione avete vinto 93 gare, come ha fatto la UAE a diventare così dominante?

"Quando sono diventato pro nel 2019, la squadra era completamente diversa. Non direi che non fosse professionale, ma negli ultimi anni siamo cresciuti in tutti i dettagli. L’elemento decisivo è stato vincere i primi due Tour, poi la Visma e le due successive sconfitte ci hanno spinto a migliorare ed eccoci qua: senza la mia squadra, niente sarebbe possibile". 

Da bambino aveva mai pensato di poter festeggiare cinque volte di fila lo stesso Monumento?

"Quando sognavo di essere professionista, non sapevo nemmeno cosa fosse un Monumento… Speravo solo di essere abbastanza forte un giorno da stare alla partenza del Tour de France. Non avrei immaginato di andare tanto oltre". 

Come ha visto, invece, il suo altro compagno Del Toro? 

"Era il suo primo Monumento, Isaac è un grande talento. Tutti i compagni hanno fatto un lavoro incredibile, anche lui. Ha un futuro brillante davanti e un giorno dovrò tirare io per lui: sarà un piacere». 

Cosa intende il suo Team principal, Mauro Gianetti, quando dice che lei è… diverso?

"Non so, ma tutti siamo unici, diversi a nostro modo. Importante è stare bene con noi stessi. Io mi sento solo Tadej".  Già, le cinque lettere al vento di Lombardia.

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