Lecce, certezza Coulibaly: corsa e muscoli per la salvezza

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Il maliano non ha saltato neanche una partita. Giampaolo si affida a lui per lo sprint finale

Matteo Pierelli

Giornalista

13 maggio - 12:09 - MILANO

Anche domenica, contro il Verona, è stato l’ultimo ad arrendersi, ad alzare bandiera bianca. Lassana Coulibaly è il simbolo del Lecce che vuole lottare fino alla fine. Perché adesso, anche alla luce del successo del Venezia di ieri, serve una vera e propria impresa per rimanere per il terzo anno consecutivo (sarebbe record per il club) in Serie A. Ma i salentini ci proveranno fino alla fine. Anche se a Verona è stata sprecata un’occasione ghiotta: prendere un gol così, per una serie di disattenzioni difensive, dopo essere passati in vantaggio, è stata una ingenuità che alla fine potrebbe costare cara. Anche perché il successo non arriva ormai da 13 partite e senza i tre punti si fa fatica a rimanere a galla. Sono state troppe le chance sprecate lungo la stagione dal Lecce: alcune per sfortuna, altre per demeriti propri. Però i salentini sono ancora in corsa. E uno degli uomini più in forma, assieme al bomber Nikola Krstovic, è proprio Lassana Coulibaly, il migliore in campo al Bentegodi. Il maliano ha corso dall’inizio alla fine, un mix di quantità e qualità che ha tenuto vive le speranze dei giallorossi fino alla fine. Domenica è stato uno dei pochi a dare supporto a Krstovic con le sue progressioni a tutto campo e poi ha fatto ammonire Suslov dopo soli 15 minuti, condizionando la prova dello slovacco. Se c’è uno su cui fare affidamento per questo finale ad alta tensione, questo è proprio il maliano. 

fedelissimo

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Coulibaly, arrivato la scorsa estate dalla Salernitana (dove era stato tre stagioni), è uno dei fedelissimi della squadra: ha disputato tutte e 36 le partite di questo campionato (28 da titolare). Luca Gotti prima e Marco Giampaolo poi non ci hanno mai rinunciato. Solo Wladimiro Falcone e Federico Baschirotto hanno lo stesso numero di presenze. Del resto, Coulibaly è una delle chiavi del gioco del Lecce. Perché garantisce corsa e dinamismo. Sta sempre al centro della scena, nel cuore della manovra. Non è un giocatore appariscente, non cerca i riflettori, ma in campo si sente eccome. Perché è importante in entrambe le fasi. Corre per due, sradica i palloni dai piedi degli avversari, cerca di accompagnare l’azione nella porta avversaria. Si sacrifica. 

dare tutto

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Anche se pure a lui manca il gol: il Lecce non ha avuto nessuna rete dai centrocampisti in fase offensiva. E anche questo è un fattore che pesa nell’economia di una stagione. I salentini hanno segnato almeno una rete nelle ultime quattro trasferte ma in totale sono arrivati solo due punti, a Bergamo e domenica scorsa a Verona, dove era necessario vincere per rispondere all’Empoli e al Venezia che ieri ha sorpassato la squadra di Giampaolo. Che per lo sprint finale deve assolutamente ritrovare il feeling con la vittoria che manca dal 31 gennaio, quando vinse a Parma. Da allora il buio.

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