Larry Ellison, i megayacht del primo "rivale" di Elon Musk

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Il mare è la principale passione del presidente di Oracle, sempre più protagonista della classifica mondiale dei supermiliardari, brevemente in testa a settembre. Con i racer a vela ha vinto e difeso l'America's Cup, con le enormi barche a motore si diverte a navigare nel lusso. Ecco i suoi gioielli

Maurizio Bertera

13 settembre - 08:59 - MILANO

Il talento e l'alta considerazione di se stesso non mancano a Larry Ellison, cofondatore di Oracle - oggi presidente e chief technology officer - che il 10 settembre 2025 a 81 anni è stato l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio salito fino a 393 miliardi di dollari. Mai laureato - ha lasciato per ben due volte l’università - Big Larry in un’intervista al Corriere della Sera spiegò nel 2005 perché aveva abbandonato gli studi. "Il nostro sistema educativo premia il conformismo e non incoraggia a pensare con la propria testa. Non credo che sia molto utile per gestire un’azienda". Non male per l'imprenditore newyorkese che ha superato per un giorno Elon Musk, 54 anni, grazie al volo in Borsa della sua creatura, spinta dal boom dell’intelligenza artificiale. Per la cronaca, la classifica di Forbes sugli uomini più ricchi del mondo cambia in tempo reale e quindi le posizioni mutano continuamente ma è evidente che nel 2025 solo lui e il Ceo di Tesla sono uomini da 400 miliardi di dollari. Con la notevole differenza che dal primo gennaio Musk ha perso (sulla carta) quasi 50 miliardi, mentre Ellison ne ha guadagnati quasi 200. A un uomo così non può mancare un megayacht, ma nel caso specifico bisogna ammettere che non è esibizione pura ma storica passione per il mare in tutte le sue forme. Fermo restando che ama i jet privati (anche da combattimento che pilota lui stesso) e ha un garage importante come da tradizione, dove spiccano - pare - le auto sportive. Nell'ultima asta di RM Sotheby's alla Monterey Car Week è stata battuta all'asta la McLaren F1 che acquistò nel 1997, quando la vettura era ancora una presenza più che elitaria sulle strade e nei circuiti mondiali. Utilizzata pochissimo peraltro, visto che aveva 6.500 miglia sul contachilometri: pare sia stata venduta per 23 milioni di dollari. E Larry l'aveva pagata all'epoca 860mila. Bel colpo, insomma.

IL SOGNO REALIZZATO

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Si diceva dell'amore per il mare, soprattutto della vela. Ha creato e finanziato l’Oracle Team USA e insieme a Ernesto Bertarelli, l’imprenditore italiano ma residente in Svizzera che per la prima volta con Alinghi ha portato la Coppa America in Europa, ha cercato di cambiare le regole del gioco della storica regata velica, che voleva far assomigliare alla Formula 1. È stato respinto e di conseguenza nel 2018 si è inventato - insieme al suo skipper di fiducia Russell Coutts - SailGP, il circuito di velocissimi catamarani che raccoglie migliaia di spettatori a ogni tappa e dove corrono fior di campioni. Dopo due tentativi a vuoto nel 2003 e 2007 (in questo caso perse contro Luna Rossa nella semifinale della Louis Vuitton Cup), nel 2010 Ellison coronò il sogno di vincere l’America’s Cup con più polemiche della storia e due solo barche al via: il suo maxi trimarano Bmw Oracle Racing Team sconfisse, nelle acque di Valencia, per 2-0 il maxi catamarano Alinghi. In realtà fu ben più gloriora l'impresa di difendere il trofeo a San Francisco nel 2013 quando si gareggiò con gli AC72, i primi catamarani con i foil: Oracle Team si trovò sotto per 1-8 contro Team New Zealand e riuscì a vincere per 9-8 in una delle più grandi rimonte nella storia dello sport. L'uscita di scena nel 2017 quando i neozelandesi, nelle acque di Great Sound (Bermuda), si vendicarono del disastro e vinsero 7-1. Basta con le sfide all'America's Cup, per fondare come detto, un circuito alternativo.

i megayacht di larry ellison: SOL LEVANTE

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A Valencia nel 2007, chi era presente alle regate ebbe la possibilità di vedere da vicino Rising Sun, il primo megayacht della sua vita. Un nome (significa "Sol Levante", in inglese), riflesso della sua fascinazione per il Sol Levante che si era intuita quando si presentò alle regate oceaniche con un 80 piedi velocissimo, il Sayonara. Nel 1998 vinse anche la Rolex Sydney-Hobart, la classicissima dei mari australi. È noto che le sue barche come le case sono sempre arredate in stile nipponico, fermo restando le concessioni occidentali come il campo da basket (sport preferito dopo la vela), in teak stratificato, a poppa di Rising Sun, che nel caso funge da ponte di atterraggio per gli elicotteri. Questo 138 metri - all'epoca il decimo yacht più lungo del mondo, ora è 25° - venne costruito da Lurssen nel 2004 su disegno di Jon Banneberg: sui cinque ponti, oltre a 82 cabine di varie dimensioni ma solo 9 sono per gli ospiti, ci sono un cinema privato, l'immancabile spa e una cantina da locale stellato. Sono 45 i membri dell'equipaggio. I quattro motori diesel da 12mila Cv l'uno garantiscono una velocità massima di 3o nodi, notevole pensando alla stazza di quasi 8mila tonnellate. Nel 2010, Ellison vendette Rising Sun a David Geffen, produttore discografico e cinematografico, fondatore di Asylum Records e cofondatore di DreamWorks SKG: uno tra gli uomini più ricchi ed influenti degli States con una vocazione alla filantropia.  

Musashi: ONORE AL SAMURAI

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Ed eccoci al gioiello attuale: si chiama Musashi, dedicato al mitico samurai giapponese Miyamoto Musashi. Rispetto a quello precedente è quasi "tascabile": costruito nel 2011 da Feadship, ha una lunghezza fuori tutto di 87,78 metri e una larghezza di 13,90 metri, con una stazza di 2500 tonnellate. Se esternamente non colpisce in modo particolare, gli interni - firmati da Sinot Yacht Design - sono considerati tra i più raffinati e originali nel mondo dei supeyacht per un mix tra lo stile giapponese e l'art déco che caratterizza sia le cabine (18 per gli ospiti) sia gli spazi comuni. Il tocco in più è lo spettacolare ascensore panoramico in vetro tra un ponte e l'altro. A spingere Musashi ci sono quattro MTU da 5.700 Cv che le permettono di toccare una velocità massima di 21 nodi, navigare tranquillamente a 18 nodi e percorrere la distanza di 6.000 miglia nautiche a una velocità di 12 nodi. Dovrebbe essere costata 160 milioni di dollari, neppure tanto pensando a quanto vale mr. Oracle.

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