L'esplosione nel 2022, poi due anni di buio e la rinascita, fino all'impresa del 2° turno con Dimitrov. Ora cerca i quarti contro Khachanov: "Non mi sentivo all'altezza, abbiamo fatto un buon lavoro"
Francesco Passaro è una di quelle specie rare. Amichevole con tutti, educatissimo, mai una parola fuori posto sul campo, umile a tal punto da dubitare di se stesso, lui che nel 2022 si qualificò per le finali della Next Gen, il torneo con i migliori under 21 del mondo, assieme ai futuri top ten Draper e Musetti. A Roma sta riscoprendo quelle piacevoli sensazioni che aveva assaporato, su questi stessi campi, un anno fa. Terzo turno, come nel 2024, e l’exploit contro il numero 15 del mondo Dimitrov.
La più bella vittoria in carriera, per il peso dell’avversario, per la qualità del gioco, per la personalità con cui ha retto alla tensione. Un esempio? Nel primo set, dopo aver subito un doppio break da 2-0 a 2-3, non ha mollato, anzi ha nuovamente strappato il servizio al bulgaro per poi chiudere 7-5 6-3. Domani sfiderà il russo Khachanov, n. 24 Atp, per un posto nei quarti degli Internazionali, che sarebbe il punto più alto di un percorso che quest’anno l’ha portato per la prima volta a entrare tra i primi 100 (n. 89 a febbraio, attualmente 101).
due anni difficili
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Il 24enne di Perugia vive giorni felici e ripensa, come memento, a quando cascò dentro un tunnel, dopo un 2022 che l’aveva proiettato, grazie a cinque finali Challenger di cui una vinta, dal numero 605 alle soglie della top 100. Due stagioni difficili, pieni di momenti bui durante i quali ha anche pensato di abbandonare il tennis. “Non mi sentivo all’altezza, avevo perso fiducia in me stesso, credo che mi fossi messo addosso troppa pressione”, ha raccontato lui stesso a Sportweek. Ne è uscito con il supporto del suo team, guidato dallo stesso coach (Roberto Tarpani) che gli mise la racchetta in mano a 6 anni, e con l’aiuto di uno psicologo, Rinaldo Pasqua, da quest’anno affiancato dalla mental coach Nicoletta Romanazzi, che segue anche Jacobs e che ieri, prima della partita con Dimitrov, ha “preparato” Francesco con una seduta di un’ora.

la rinascita
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Pian piano Passaro ha rivisto la luce. Il rilancio nel 2024 con ottime prestazioni a livello Challenger (due successi e una finale) e, a gennaio, il secondo turno degli Australian Open partendo dalle qualificazioni e approfittando del ritiro (sul 7-5 2-1 per l’azzurro) dello stesso Dimitrov che avrebbe battuto pienamente a Roma. Poi, di nuovo in fondo al precipizio. Una lesione ai flessori della coscia destra lo ha tenuto fuori tre mesi dal circuito. “In quel periodo lontano dai campi, il mio psicologo e la mia mental coach sono stati molto importanti. La testa per me è fondamentale, a volte mi frena un po’ l’emozione, un po’ qualche paura. Mi è stato utile riguardare le partite degli Internazionali dell’anno scorso, vecchi ricordi in grado di far scattare qualcosa nella testa. Sono contento del lavoro che stiamo facendo”, ha spiegato ieri il giocatore confermando l’imminente ingresso nel team di Giacomo Naldi, ex fisioterapista di Sinner: “Giacomo mi ha aiutato nella riabilitazione dall’infortunio, devo ringraziarlo, sono tornato abbastanza in forma. Ora vediamo, sono intenzionato a continuare con lui. Polemiche? Non credo che mi riguardino. Giacomo è un professionista, ho piena fiducia in lui”.

cancellotti e inter
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Passaro, seguito dall’agente Luca Cozzi, non si pone obiettivi specifici di classifica per quest’anno, se non quello di stabilizzarsi nel circuito maggiore in modo da giocare con più continuità partite del livello che sta affrontando al Foro. A lungo termine il sogno è di fare meglio di Cancellotti, perugino come lui, che negli anni Ottanta si spinse fino al 21° posto mondiale. Intanto, c’è il terzo turno da affrontare agli Internazionali. Baratterebbe i quarti, i primi quarti in un Masters 1000, con la vittoria della sua Inter in Champions League? Di primo acchito Francesco, tifoso accanito (mercoledì, dopo aver battuto Tseng, si è presentato davanti alle telecamere con la sciarpa nerazzurra al collo), dice di no. Poi si corregge: “Sarebbe bellissimo vedere l’Inter trionfare in Champions, la mia carriera è lunga, potrei qualificarmi altre volte per i quarti. Diciamo 50 e 50”.