Non solo una corsa contro il tempo ma una celebrazione dello spirito ciclistico più puro: una sfida di quattro giorni per potersi sentire come uno dei grandi del ciclismo del Nord
Umberto Carfora
28 ottobre 2024 (modifica alle 17:37) - MILANO
I 4 giorni di battaglia per i pavé delle Fiandre, cominciati per me il 7 ottobre, saranno difficili da dimenticare. Insieme a tre leggende del ciclismo come Alessandro Ballan, Daniel Oss e Alan Marangoni, ho avuto l’onore di partecipare alla Flandrien Challenge, una sfida mitica tra i muri e i pavé delle Fiandre, un’esperienza che ha messo alla prova non solo le nostre gambe, ma anche il nostro spirito. Una sfida che ha segnato ogni singolo partecipante a prescindere dalle sue performances o grado di esperienza, cementando legami e creando ricordi che resteranno indelebili. Questa sfida permette a chiunque la porti a termine di sentirsi come uno dei grandi del ciclismo del Nord. Lungo il percorso, le soste nei bike café, dei veri e propri Bistrot per ciclisti con tanto di foresteria per riposare, sono state occasioni per riflettere sulla strada percorsa e quella ancora da percorrere. Questi luoghi, con il loro calore e accoglienza, offrono momenti di pausa e ristoro, dove le chiacchierate e le risate con i compagni di avventura diventavano ancora più preziose, e consolidano un legame unico, fatto di rispetto reciproco e comprensione della fatica dell’altro.
Il percorso del Nord
La prova di un vero Flandrien
Il percorso della Flandrien Challenge va iniziato e concluso entro 72 ore, attraversando 59 settori tra pavé e muri, con un dislivello complessivo di 5.250 metri. La sfida, aperta a tutti, può essere affrontata in qualunque momento dell’anno. Basta avere un profilo Strava per certificare i segmenti e i tempi tramite la piattaforma ufficiale della Flandrien Challenge. È possibile seguire gli itinerari proposti direttamente sul sito, con diversi chilometraggi, ma anche interpretare diversamente i segmenti. L’importante è rispettare le 72h di tempo massimo. Noi abbiamo optato per dividere la traccia in quattro giornate di pedalata partendo il primo giorno nel pomeriggio, per un totale di 410 km. Come sono andate?
Giorno 1
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Dopo aver effettuato la registrazione sul sito e attivato il conto alla rovescia di 72h, abbiamo iniziato il nostro percorso, con partenza e arrivo previsto al Centrum Ronde van Vlaanderen, il museo del ciclismo delle Fiandre. In questo primo giorno abbiamo affrontato 10 muri su una distanza di 80 km e un dislivello di 750 metri. Il primo muro che abbiamo scalato è stato il Nokereberg, famoso per essere l’ultimo della Dwars Door Vlaanderen, una gara durissima del calendario professionistico. Subito dopo ci siamo immersi nel tratto di pavé di Huisepontweg, con il suo suggestivo mulino settecentesco a fare da sfondo. La giornata si è conclusa, prima di iniziare a darci battaglia nuovamente al museo a suon di birre belghe, con il passaggio per la mitica Paddestraat, un settore ciottolato diventato monumento nazionale, teatro di scontri epici tra i migliori ciclisti al mondo.
Giorno 2
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Il secondo giorno è iniziato con una abbondante colazione al bike café Gidon, luogo di ritrovo per i ciclisti locali. Sono tantissimi i bike café, bistrot attrezzati per permettere ai ciclisti di rifocillarsi e finanche dormire in zona. La pedalata, per noi, è partita affrontando il durissimo Muur van Geraardsbergen, celebre per essere stato il punto decisivo nella vittoria di Ballan alla Ronde del 2007. Nonostante siano passati anni dalla sua vittoria, la sua maestria sui pavé delle Fiandre è rimasta intatta, la sua bici sembrava solo sfiorare il pavé. Non poteva mancare poi l'ascesa del Bosberg, un altro muro leggendario. La pedalata ha proseguito attraverso il Molenberg, che ci ha riportato alla mente gli scontri tra giganti del ciclismo nella Ronde. A metà giornata ci siamo fermati al bike café Bergs & Cobbles, dove abbiamo ricaricato le energie prima di essere colpiti da pioggia e vento: il classico meteo fiammingo. La sfida con il meteo ha reso questo giorno particolarmente duro, ma ci ha fatto entrare ancora di più nello spirito Flandrien. Con 110 km percorsi e 1600 metri di dislivello, siamo tornati al museo per una meritata birra Kwaremont, la birra locale che porta il nome del famoso muro e gradazione alcolica pari alla sua pendenza media!
Giorno 3
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Il giorno più impegnativo della nostra sfida, caratterizzato da pioggia, vento e un percorso che ha toccato i settori più impegnativi della Challenge. Abbiamo iniziato affrontando l’Onderbossenaar, con il suo fantastico mulino che svetta sui paesaggi fiamminghi, e proseguito con la discesa della Stationsberg, famosa per il passaggio a livello che segna spesso la Ronde. I tratti in pavé sembravano infiniti, ma siamo arrivati ai muri più attesi della giornata: il Kwaremont e il Koppenberg, quest’ultimo così ripido e scivoloso che costringe molti, me compreso, a percorrerlo a piedi. A metà giornata ci siamo fermati al ristorante e bike café Hotond, per gustare l’originale stufato belga, di cui avevamo fatto scorpacciata con i gel della challenge allo stesso gusto! La tappa si è conclusa con 140 km e oltre 2000 metri di dislivello, segnando la fine della giornata più estenuante della nostra avventura. Oss, fresco reduce dal mondiale gravel, ha saputo affrontare il percorso con leggerezza, trasformando ogni difficoltà in una sfida e mostrandomi come affrontarla senza timore.
Giorno 4
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L’ultimo giorno è stato una vera corsa contro il tempo per completare la Challenge entro le 72 ore. La partenza dal Biking Bar, un altro incantevole bike café dove si perde la nozione del tempo, ci ha portato subito verso il leggendario Kemmelberg, che abbiamo affrontato da entrambi i versanti, scalando il punto più alto delle Fiandre Occidentali. Questa tappa, lunga 75 km con 900 metri di dislivello, si è svolta come una cronometro personale per chiudere la sfida in tempo. L'arrivo al Centrum Ronde van Vlaanderen è stato carico di emozione: una volta accreditate le nostre tracce Strava, i nostri nomi, incisi al momento sulla stessa pietra che abbiamo combattuto, sono stati affissi sul Wall of Fame, accanto a quelli di veri campioni. In queste quattro giornate, ogni tratto di pavé e ogni muro scalato hanno raccontato una storia, una battaglia, un legame tra noi amici in sella e la storia del ciclismo delle Fiandre. Marangoni, con il suo carattere allegro e la sua incredibile capacità di soffrire, ha mantenuto alto il morale del gruppo anche in questa ultima giornata consentendo di divertirsi anche nelle condizioni più difficili.
Oltre la fatica
La gloria del traguardo
Arrivare alla fine della Flandrien Challenge, per me, non è stato solo un traguardo fisico, ma anche mentale. Ogni metro percorso sulle stesse strade che hanno visto trionfare giganti del ciclismo come Boonen, Cancellara e lo stesso Ballan, è una grande vittoria per un amatore. La durezza del percorso, la fatica fisica e mentale oltre che la sfida del meteo sono diventati ricordi profondi che porterò con me per sempre. L’essenza della Flandrien Challenge per un appassionato non è tanto la fatica ma il significato profondo di sfidare sé stessi sul pavé e sulle strade del mito, ancora meglio se insieme a compagni con cui si condivide lo stesso obiettivo. La Flandrien Challenge non è solo corsa contro il tempo, è una celebrazione dello spirito ciclistico più puro, dell’amicizia che nasce dalla fatica della battaglia condivisa e, perché no, conclusa davanti a un bicchiere di birra belga in un bike café. Quest’avventura resterà nel mio cuore per sempre, perché, alla fine, non solo ho conquistato la Flandrien Challenge, ma ho potuto condividerla con i miei compagni. Esperienza che può fare chiunque, in solitaria o ancora meglio con i propri amici per renderla indimenticabile. Tutte le info sulla Flandrien Challenge e sulle strade da poter pedalare nelle Fiandre si trovano su www.cyclinginflanders.cc.
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