La città di Roma non merita un quarto di secolo senza uno scudetto

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AS Roma soccer club supporters wave their flags and banners for the 7th straight day of celebrations since their team's championship win,  at the culminating celebration concert by Roman singer and songwriter Antonello Venditti in Rome's historic Circus Maximus, Sunday June 24, 2001. Authorities said nearly one million people were gathering for the concert. (AP Photo/ Corrado Giambalvo)

La Lazio tra poche ore festeggerà 25 anni dall'ultimo titolo, i giallorossi lo faranno l'anno prossimo. Ma per una città così un lasso di tempo così lungo senza vincere non è accettabile

Alessandro Vocalelli

Opinionista

13 maggio - 13:59 - MILANO

Sono giorni importanti in casa Lazio, attesa dalla partita con l'Inter. Ma non solo: nel corso della settimana, un tuffo nel passato e nella memoria, ecco la celebrazione dell'ultimo scudetto. Di venticinque anni fa. Un trionfo consegnato alla storia, anche per la modalità - con un finale da favola - che portò meritatamente al successo la squadra di Eriksson. O meglio lo squadrone di Cragnotti. Sì, perché a ripensarci ancora oggi, faceva impressione la lista dei campioni che componevano la rosa: da Nesta a Mihajlovic, da Nedved a Mancini, da Veron a Marchegiani. Pensate che calciatori come Stankovic, Fernando Couto, Sensini, Simeone, Conceiçao, facevano la spola tra panchina e tribuna. Non c'era posto per sedersi accanto a Eriksson. 

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