L'esercizio fisico migliora davvero la salute mentale? Sì, ma dipende da 3 fattori

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Sì, si può trasformare l'attività fisica in un antidepressivo naturale. Ma il movimento c'entra fino a un certo punto

Eugenio Spagnuolo

31 luglio - 16:40 - MILANO

Alzi la mano chi non ha mai sentito dire che basta muoversi un po' per ritrovare il buonumore. Una corsetta contro la depressione, qualche peso per scacciare l'ansia, una pedalata per sentirsi più sereni. Lo sport come medicina per l'anima, insomma. Ma le cose in realtà sono più complicate di così...

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Uno studio pubblicato su Medicine & Science in Sports & Exercise ha messo sotto esame questa convinzione abbastanza radicata ed è emerso che è vero, muoversi può fare bene alla salute mentale, ma gli effetti non vanno sopravvalutati. E soprattutto, non tutta l'attività fisica è uguale. La differenza sta anche  nel tipo di movimento. Chi va in palestra, gioca a tennis o fa jogging nel tempo libero effettivamente sta meglio dal punto di vista psicologico. Ma se l'unica attività che facciamo arriva dalle faccende domestiche o dal lavoro, i benefici praticamente spariscono. Non solo: anche il contesto fa la sua parte. 

Falso movimento

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Patrick O'Connor dell'Università della Georgia lo spiega con un esempio calcistico: "Se un giocatore corre lungo il campo e segna il gol della vittoria, la sua salute mentale sarà alle stelle. Ma se fa esattamente lo stesso percorso e sbaglia il tiro decisivo, mentre tutti lo accusano, probabilmente si sentirà frustrato e triste. Episodi come questi mostrano quanto il contesto conti, anche quando l'esercizio è identico".

Il paradosso dei più attivi

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I dati raccontano, poi, una storia curiosa: negli Stati Uniti, gli adulti di origine latina sono i più attivi fisicamente se si prendono per buoni i dati dei rilevatori di movimento (smartwatch ecc). Peccato che la loro attività derivi soprattutto dal lavoro manuale, non da ciò che fanno nel tempo libero: nonostante si muovano più di tutti, sono quelli che praticano meno sport ricreativi. E questo finisce per produrre scarsi benefici per l'umore.

Il peso dell'ambiente in cui si fa sport

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"Dove, come, ma anche con chi ci muoviamo fa la differenza", ammettono i ricercatori. I programmi di attività fisica per bambini con disturbi dell'attenzione, per esempio, si è scoperto che funzionano solo quando includono anche interventi psicologici. E gli studenti universitari che praticano sport di gruppo affermano di sentirsi meglio di chi si allena da solo, a prescindere dall'intensità dell'esercizio. Non solo: studi hanno anche evidenziato che se un po' di movimento è meglio di niente, esagerare, d'altro canto, può essere controproducente per il benessere psicologico.

Dunque che fare? Intanto i ricercatori mettono in guardia dal considerare l'esercizio una soluzione universale per i problemi di salute mentale. E, soprattutto, se è vero che l'attività fisica fa bene, pulire casa, lavorare in cantiere o spostarsi per andare in ufficio non producono gli stessi effetti di una partita a tennis (o di una seduta in palestra). Meglio piuttosto riconoscere che non tutto il movimento è uguale e l'esercizio funziona se inserito in strategie più ampie per la salute mentale piuttosto che come rimedio a sé. Insomma, non si tratta di smettere di credere all'efficacia dell'attività fisica, ma di capire quando e perché aiuta davvero.

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