L'epopea nata per caso del più vincente di tutti: così Popovich è entrato nella leggenda

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FILE -  San Antonio Spurs head coach Gregg Popovich smiles during the NBA basketball team's media day, Monday, Sept. 27, 2021, in San Antonio. (AP Photo/Eric Gay, File)

Il passaggio al ruolo di presidente degli Spurs, dopo l'ictus del novembre scorso, chiude la carriera in panchina dell'uomo che ha costruito la più lunga dinastia Nba, guru del parquet e a suo modo personaggio unico anche fuori dal campo

dal nostro corrispondente Davide Chinellato

2 maggio - 22:54 - LONDRA

Tutti sapevano che prima o poi doveva succedere, soprattutto dopo l’ictus che lo ha fermato a inizio novembre. Ma il ritiro di Gregg Popovich da allenatore, dopo 29 anni sulla panchina dei San Antonio Spurs, è comunque uno shock. Perché quel cammino cominciato tra lo scetticismo generale il 10 dicembre 1996 si è trasformato in una leggenda, nell’epopea dell’allenatore più vincente nella storia Nba, nella carriera di un punto di riferimento al di là e al di qua dell’oceano, probabilmente del miglior coach che l’Nba abbia avuto. Oltre a vincere, Pop è diventato un simbolo, un’icona, un mito che ha accompagnato generazioni di giocatori, di allenatori (le altre 29 franchigie ne hanno cambiati 303 mentre lui è rimasto in sella) e soprattutto di tifosi. Gregg Popovich sulla panchina di San Antonio è stato un punto di riferimento per chiunque abbia amato il basket. Una bandiera che adesso si ammaina, anche se il suo è un addio alla panchina e non agli Spurs: resterà come presidente (San Antonio punta su Mitch Johnson, il vice che l’ha rimpiazzato in questa stagione), ma non potrà essere la stessa cosa. 

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