Doti tecniche, grande fisico e personalità: così ha conquistato il tecnico rossonero, dopo avere brillato anche nelle giovanili della Fiorentina. E ora lo attende il prestito allo Spezia
Francesco Albanesi
30 luglio - 20:06 - MILANO
Quando c’è da decidere, Christian Comotto non si tira indietro. Da bambino gli chiesero: racchetta o pallone? Non ci pensò troppo e scelse il secondo. Eppure, nel tennis aveva già iniziato a farsi notare: giocava tornei, faceva ace, brillava sui campi in cemento. La corsa era nel suo destino: tra un match e l’altro, trovava anche il tempo per l’atletica, vincendo gare a livello provinciale e regionale. Alla fine, però, ha vinto il calcio. Che sia merito (o colpa) del papà Gianluca - ex Fiorentina e Torino - o dei pomeriggi passati a tirare due calci nel parchetto vicino al Franchi, poco importa. Quel ragazzino biondo che correva con i capelli al vento ora è cresciuto. Allegri lo ha portato in tournée con il Milan e lo ha fatto esordire contro l’Arsenal. Anche lì, Christian ha scelto: tirare il rigore decisivo. Spoiler: gol, Gunners ko.
EVOLUZIONE
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Comotto è un 2008, cresciuto tra Perugia, Inter, Fiorentina e Milan. È un play – ma ha fatto anche il trequartista e la mezz’ala - fisico, dinamico, con tecnica e visione di gioco. Allegri lo ha apprezzato sin dal primo giorno per la sua personalità: in una delle primissime partitelle ha fatto un recupero su Pobega che gli è valso 5 milioni di visualizzazioni sul profilo X del Milan. Mica male come biglietto da visita. A 17 anni Christian è già un talento precoce: la prossima stagione la giocherà in Serie B con lo Spezia, con cui il Milan ha un accordo di massima per un prestito. Insomma, il mondo dei grandi è già nel futuro. L’anno scorso ha giocato sotto età di tre anni in Primavera col Milan, rivelandosi il 2008 con più minutaggio in Italia: 4 gol e 3 assist in 36 partite, oltre a una crescita fisica esponenziale (un metro e 85 di altezza). L’exploit, però, risale a due anni fa: 14 gol e 2 assist con l’Under 17 rossonera di Giovanni Renna. Rendimento che gli è valso il record di centrocampista con più gol segnati in Italia dalle squadre Primavera all’Under 15. Altro appunto per Allegri: i gol sono nelle sue corde, qualità che piace al tecnico livornese. Entrambi parlano anche la stessa “lingua”: Comotto è al 50% livornese (per la mamma), proprio come Max.

PICCOLO CAMPIONE
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A Firenze è sempre stato capitano e punto di riferimento nelle giovanili. Quando nel 2020 è arrivato a Milano, ha scalato rapidamente la montagna delle gerarchie, arrivando a indossare la fascia anche nel vivaio rossonero. La personalità non gli è mai mancata. L’arrivo di Modric, grande idolo di Comotto, ha sicuramente acceso qualche pensiero nella sua testa, anche se i due non si sono ancora incontrati (il croato si unirà al gruppo solo all’inizio di agosto). Insomma, il talento al figlio d’arte non è mai mancato. A 5 anni, ai tempi del Perugia, Christian giocò la sua prima partita ufficiale: all’inizio non voleva scendere in campo, ma alla fine fu convinto. Risultato? 7 gol e primo pallone della carriera portato a casa. A 11 anni, invece, quando giocava ancora nel vivaio della Fiorentina, vinse un importante torneo in Toscana: fu capocannoniere insieme a Camarda, sfidato in finale contro il Milan, e Mvp insieme a Honest Ahanor, sfidato in semifinale contro il Genoa.

il "fratello" TONALI
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Il suo amore per il calcio è condiviso anche con Ginevra Gilardino, la sua fidanzata, figlia di Alberto, attuale allenatore del Pisa. In campo - e forse anche per via del look simile - Comotto è stato spesso paragonato a Sandro Tonali, con cui ha un legame speciale: un’amicizia profonda, quasi fraterna, resa tale da mamma Marianna, storica manager dell’attuale centrocampista del Newcastle da ormai 6 anni. La prima volta che si incontrarono, Christian aveva 10 anni e Sandro 18. Oggi si sentono spesso, tra risate e consigli. Il Milan sa di avere tra le mani una pepita d’oro pronta a brillare. Le aspettative su di lui sono alte, ma finora ha sempre saputo gestire la pressione. Lo faceva già qualche anno fa, quando si trovava sotto di due set nel tennis. Lo fa anche adesso, correndo sempre, senza mai fermarsi.
