Così Tudor punta al rilancio del tuttofare: sedute dure e tanto lavoro sulla testa
Agosto è il mese delle ferie, del sole e del mare, degli amori e degli addii e pure degli incendi spesso incandescenti. Per Teun Koopmeiners niente di tutto questo: agosto non è mai stato un mese normale, almeno da un paio d’anni a questa parte. Un’estate fa il centrocampista olandese più o meno in questi giorni combatteva con l’Atalanta tra certificati medici causati dallo stress e interminabili schermaglie (tra il club bergamasco e il suo procuratore) con un unico obiettivo: iniziare una nuova vita alla Juventus. Missione compiuta almeno sulla carta, perché Koop è effettivamente diventato bianconero all’ultimo respiro, qualche giorno prima che il mercato chiudesse i battenti, coronando il suo grande sogno. Sul campo però la prima stagione con la nuova maglia, la numero 8, è stata infausta, tra infortuni, cambi di ruolo (oltre che di allenatore) e difficoltà varie a integrarsi nel nuovo mondo in bianco e nero. Morale, un anno dopo tanti tifosi che lo avevano atteso adoranti adesso si chiedono se quei 51 milioni (più bonus) non siano stati male investiti. Tanti ma non tutti e il primo a credere che Teun sia un tesoro da recuperare piuttosto che un bidone da accantonare è Igor Tudor, convinto che il 2024-25 non sia affatto la fotografia di ciò che vale. Così agosto è diventato per l’olandese il mese del rilancio, quello in cui il mediano proverà a rimettersi addosso l’armatura da RoboKoop, indossata con assiduità al cospetto della Dea, praticamente mai da quando è arrivato alla corte di Madama. Lo farà sdoppiandosi, un po’ mediano e un po’ trequartista, perché lo stilista Igor per lui ha disegnato due abiti diversi, uno più morigerato e l’altro più scintillante.
Muscoli e testa
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Koop non molla, anzi raddoppia, perché in fondo è sempre in mezzo alle difficoltà che si trovano le risorse per ritornare al top. Allenamenti e dialogo, lavoro fisico ma anche mentale perché è sempre dalla testa che parte tutto. Mister 51 milioni è ripartito dal basso per arrivare di nuovo in alto e non vuole trascurare nulla, riconquistando la centralità centimetro dopo centimetro. La cura è cominciata il primo giorno di ritiro e sta proseguendo in Germania, dove la Juventus ha giocato la prima amichevole stagionale e Koop si è esibito in versione più arretrata, da centrale di centrocampo in coppia con Locatelli. Tudor finora lo ha sempre visto più trequartista e infatti è in quella posizione che lo ha fatto giocare di più, però ora sta cominciando a testarlo pure da play basso, che poi è il suo ruolo naturale.
Doppia versione
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Koop alla Juventus non è ancora mai stato veramente RoboKoop anche perché la condizione atletica non è mai stata all’altezza dei suoi standard: troppo frenato prima dal pre campionato a singhiozzo con l’Atlatanta, poi da diversi guai fisici che lo hanno costretto più volte a fermarsi e a ripartire. Uno come lui ha bisogno di essere al top per poter rendere al meglio e coprire tutto il campo come predilige. Teun è potente ma anche dinamico, duttile e tecnico, con un gran tiro e bravo a inserirsi. Se gioca in posizione più arretrata Tudor può sfruttarne l’abilità difensiva, la capacità di buttarsi negli spazi e la visione di gioco, se invece si piazza sulla trequarti può garantire equilibrio tattico e sfruttare il suo sinistro per calciare o per mandare in porta i compagni. La missione bianconera è recuperarlo a qualsiasi costo, per dimostrare che quei 51 milioni non stati spesi invano.