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Una trattativa con un numero di maglia. Un ragazzo del 2010 che gioca coi grandi. Un video virale su YouTube. Un cambio di nome. Un papà difensore e nutrizionista. Un'amicizia speciale. Un precursore australiano. Ricordi di un Maradona inglese e di talenti mai arrivati per mille motivi
Se un tifoso pensa al passato e un allenatore al presente, un dirigente come Dio comanda deve per forza farlo al futuro. E così John Wilcox e Matt Hargreaves, uomini mercato di punta del Manchester United, mentre provano a intrecciare trattative per piazzare una serie di costosissimi esuberi e cerca attaccanti funzionali alle idee di Amorim sono impegnati pure in una trattativa serratissima per blindare JJ Gabriel. Se non lo conoscete non è grave, più probabile che l'abbiate incrociato con il nome di Kid Messi: lo chiamavano così sui social quando aveva 7-8 anni e un video delle sue prodezze andava virale. Adesso di anni ne ha 14, è marchiato Nike fin da quando andava alle elementari e siccome quello dello United è il suo quarto settore giovanile i Red Devils vogliono a tutti i costi evitare lo scippo: la negoziazione è arrivata alle battute finali, prevede l'assegnazione di un numero di maglia (95, il più alto mai assegnato dal club) e un contatto costante con la prima squadra. JJ Gabriel manco si doveva chiamare così. Suo padre ha fatto per suo figlio quello che facevano i grandi pugili italiani nell’America del dopoguerra: cambiavano cognome, per offrirne al pubblico uno più appetibile. E così, come Luigi D'Ambrosio diventò Lou Ambers, Giuseppe Berardinelli diventò Joey Maxim e Guglielmo Papaleo diventò Willie Pep, a un certo punto Joe O'Cearuill va all'anagrafe e il cognome di famiglia viene cambiato in Gabriel. Motivi religiosi, dicono, ma oltre all'influenza dell'arcangelo è innegabile come JJ Gabriel (JJ sta per Joseph Junior) sia proprio un bel nome da star.