Jovanotti, 770 km sui pedali e un concerto per ciclisti: "Sogno un Cantagiro in bicicletta"

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"Non avevo piani o programmi. Non ne faccio mai, non mi vengono proprio. Solo il grande desiderio di tornare a suonare, ma dopo l’incidente non era scontato che accadesse". Così è nato il Jova Bike Party

Fabio Genovesi

9 agosto - 00:11 - MILANO

Nella vita, quando cadi e ti fai male davvero, ci vuole forza per rialzarti e riprendere il cammino. Ma devi avere dentro una magia speciale, più forte della forza, per trasformare quella caduta in un tuffo, una capriola, una danza che ti fa volteggiare verso nuove, inattese meraviglie. È una magia che a Lorenzo viene naturale, e così a due anni dall’incidente di Santo Domingo, in cui si è sbriciolato un femore, con la stessa bicicletta e la stessa anima impetuosa è partito da casa sua a Cortona per raggiungere i Laghi di Fusine, a un passo dalla Slovenia. 770 km, come i giorni passati da quella caduta, per suonare al No Borders Festival, in un luogo magnifico dove anche il pubblico poteva arrivare solo in bici. Cinquemila biglietti esauriti in un soffio, e cinquemila bici intorno a lui. Bici da corsa, mountain bike, a pedalata assistita, da passeggio col cestino e pure qualche gloriosa Graziella, coi bimbi nei rimorchi: una caduta, una capriola, una nuova meraviglia. Che è appena passata, ma la meraviglia vera non passa, infatti sta ancora tutta negli occhi di Lorenzo, mentre mi racconta. "Non avevo piani o programmi. Non ne faccio mai, non mi vengono proprio. Solo il grande desiderio di tornare a suonare, ma dopo l’incidente non era scontato che accadesse. Mi sono impegnato al massimo perché era un desiderio feroce, perché il palco per me è, insieme alla bicicletta, il posto dove sto bene. Chiaro che nel privato sto bene con la mia famiglia, sto bene con le mie ragazze anche a non fare niente, sto bene coi miei cani, coi miei libri. Però il palco per me è un toccasana. Mi costringe a dare il meglio, a entrare in comunicazione con gli altri, e questa cosa per me è curativa, terapeutica, è festosa e gioiosa. Sono ripartito dai palasport, perché sapevo che lì sarebbe venuto il mio pubblico, la mia gente, con cui ho un rapporto quasi di parentela ormai. Siamo cresciuti insieme, siamo legati dalle canzoni e quindi ritrovando loro mi sarei sentito uno che torna". 

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