Jasmine Paolini: "Così sono diventata grande"

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Italy’s Jasmine Paolini reacts during her match against Germany’s Jule Niemeier (not in picture) during their round-of-16 match at the Women's Tennis Grand Prix WTA tournament in Stuttgart, southwestern Germany, on April 17, 2025. (Photo by THOMAS KIENZLE / AFP)

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La numero 1 del nostro tennis tra un 2024 da sogno e un 2025 ancora tutto da scrivere: "Ora ho più esperienza". L’oro olimpico a Parigi, lo shopping e... le odiate bugie: "Le sgamo subito"

Federica Cocchi

19 aprile - 10:36 - MILANO

Diventare grandi a 29 anni si può fare. Jasmine Paolini è la numero 1 italiana del tennis, gli inglesi la chiamerebbero late bloomer, una che è sbocciata tardi rispetto alle giovanissime come Mirra Andreeva e Coco Gauff, già sulla ribalta da teenager. Jasmine ha fatto tutto con calma, un passo dopo l’altro fino alla grande esplosione del 2024. Il suo anno magico, quando il suo sorriso si è rivelato al mondo tra un trionfo olimpico e due finali Slam. Fino a raggiungere il numero 4 del mondo, proprio come la leonessa Francesca Schiavone che ci arrivò dopo aver vinto il Roland Garros nel 2010, prima donna azzurra a conquistare uno Slam. Appena dodici mesi fa, Jasmine Paolini non parlava nella sala conferenze più grande dell’Australian Open. Non veniva intervistata dai principali broadcaster, non era ricercata e acclamata come oggi, ovunque si trovi. Un anno che vale una vita. Di lavoro, sacrifici e gioie. L’ottavo di finale raggiunto a Melbourne 2024 per la prima volta a livello Slam ha fatto saltare il tappo della carriera per l’allora n. 31 Wta: da lì la vittoria nel 1000 di Dubai, e poi la scalata del ranking tra singolare e doppio, le finali del Roland Garros e Wimbledon, l’oro olimpico a Parigi 2024 in coppia con Sara Errani, il titolo di Billie Jean King Cup con l’Italia. Una storia pazzesca, tanti punti da difendere e una voglia matta di andare veloce. Il 2025 è un anno più difficile, perché confermarsi lo è sempre, soprattutto se all’inizio della stagione ti fai male a una caviglia e devi ripartire col freno un po’ tirato, ancora di più poi se cambi allenatore in corso d’opera e quell’allenatore, Renzo Furlan, è quello che ti ha fatta diventare grande: "Renzo è stato una parte fondamentale della mia crescita, sia come giocatrice sia come persona – ha detto la n.1 italiana nel post in cui annunciava la separazione dall’ex top 20 azzurro -. Tutto quello che ho imparato da lui mi accompagnerà sempre e continuerà a guidarmi nel futuro. Resterà comunque una persona importante in questo nuovo capitolo. Sono profondamente grata per il tempo che mi ha dedicato, per le sue energie e per tutti i sacrifici fatti, spesso lontano da casa e dalla sua famiglia. Provo per lui una grande riconoscenza e un immenso rispetto, per la professionalità, la passione e i valori che mi ha trasmesso in tutti questi anni".

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