L'Italia è tra i Paesi europei
maggiormente colpiti per perdite economiche dovute ad eventi
climatici estremi: nel periodo 1980-2023, si colloca al secondo
posto nell'UE27 con circa 134 miliardi di euro, dopo la Germania
con 180 miliardi e prima della Francia con 130 miliardi. Lo
evidenzia l'Istat nel suo rapporto annuale ricordando che il
2023 è stato l'anno più caldo di sempre a livello globale dal
periodo pre-industriale, il secondo in Europa dopo il 2020 e in
Italia dopo il 2022.
·Dal 2005 al 2024 l'Italia ha triplicato la produzione di
energia elettrica da fonti rinnovabili raggiungendo circa 130
Twh, contro quasi 380 in Germania, oltre 160 in Spagna e 150 in
Francia; in questi ultimi due Paesi, tuttavia, il nucleare -
considerato energia pulita - concorre rispettivamente per altri
55 e 380 TWh.
Cresce la quota di produzione netta di energia elettrica da
fonti rinnovabili (trainata soprattutto dal fotovoltaico). Nel
2024 questa ha rappresentato il 49,0 per cento del totale,
contro circa il 16,1 per cento nel 1990 e circa il 40 per cento
nel 2014.
A confronto con il 2014, sono cresciute le quote dell'eolico e,
soprattutto, del fotovoltaico, mentre si sono ridotte quelle
delle altre fonti. L'idroelettrico, nonostante un calo della
quota di quasi 10 punti percentuali, continua a rappresentare
circa il 40 per cento della produzione delle rinnovabili,
seguito dal fotovoltaico e dall'eolico.
Tra il 2008 e il 2023 in Italia il livello del Pil è cresciuto
dell'1,4 per cento in termini cumulati, ma si sono ridotte le
pressioni sull'ambiente generate dal sistema economico: del 23,1
per cento il Consumo di energia delle unità residenti, di oltre
il 32 per cento le Emissioni climalteranti (cosiddetti gas a
effetto serra) e di circa il 40 per cento il Consumo materiale
interno.
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