L'allenatore israeliano ha parlato della richiesta che arriva all'Uefa da più parti di non giocare le qualificazioni dopo gli attacchi a Gaza: "Parlo al nostro meraviglioso popolo che mi sta dietro. E questo ci fa essere ancora più motivati"
dal nostro inviato Andrea Ramazzotti
7 settembre 2025 (modifica alle 21:33) - DEBRECEN (UNGHERIA)
Ben Shimon ha fiducia nella sua squadra ed è convinto che Israele possa giocare una buona partita domani sera contro l'Italia: "Stiamo attraversando un buon momento - ha iniziato il ct - e mi piace pensare che il nostro processo di crescita sia a buon punto e stia progredendo. La situazione in Israele non è facile, ma i ragazzi lavorano e imparano in fretta, a volte stupendo anche noi dello staff. Contro l'Italia possiamo giocare una bella sfida e vogliamo riuscirci. Cosa ci fa essere ottimisti? L'energia che i calciatori mostrano. Anche durante le partite nelle quali abbiamo sbagliato, siamo sempre rimasti positivi e questo mi fa essere ottimista. C'è un buon feeling tra i giocatori e lo staff. Contro l'Italia sarà una grande sfida che sarà molto importante per il girone. Abbiamo cercato di prepararla al meglio. Non voglio mettere pressione sui giocatori guardando la classifica, ma devono sentire l'orgoglio di rappresentare Israele e cercare di rendere gli israeliani orgogliosi. Siamo a metà del girone e dobbiamo convivere con la pressione di essere in corsa per la qualificazione. Bisogna dare il massimo e vedere quello che succederà alla fine. L'Italia è più forte fisicamente? Il gap c'è, inutile nasconderlo, ma dobbiamo fare in modo di ridurlo e compensarlo in altri modi".
orgoglio
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Ben Shimon ha poi parlato della richiesta che arriva all'Uefa da più parti di impedire a Israele di giocare le qualificazioni dopo gli attacchi a Gaza. Il tono della voce del ct è diventato più teso: "Non rispondo a chi mi ha fatto la domanda perché da come l'ha posta, dimostra la parte per cui è schierato, ma parlo al nostro meraviglioso popolo che mi sta dietro. E questo ci fa essere ancora più motivati. Sono un allenatore di calcio e sono venuto a giocare una partita di calcio. Abbiamo dietro di noi un Paese super per il quale giochiamo e che ci spinge. Guardo al nostro popolo che ci sostiene e sono orgoglioso di loro, li rispetto tantissimo. Noi abbiamo una precisa cultura: io ho fiducia nei miei soldati e sono dietro di loro, li appoggio in pieno in quello che fanno".