Inter, oltre la disfatta: 190 mln dalla Champions e chiude il miglior bilancio della sua storia

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La campagna europea spinge i ricavi oltre il mezzo miliardo e regala al club nerazzurro profitti per almeno 20 milioni

Marco Iaria

Giornalista

1 giugno - 12:12 - MILANO

Sarà anche una magra consolazione per i tifosi, ma i numeri di questa campagna di Champions, nonostante l’epilogo, restano da record. E creano nuove prospettive. L’Inter chiuderà il 30 giugno il miglior bilancio della sua storia: ricavi più alti di sempre per una squadra italiana e prima volta in utile per i nerazzurri, almeno nell’era “moderna”. Secondo le nostre stime, il fatturato sfonderà il mezzo miliardo di euro attestandosi su 515-520 milioni, al netto del player trading, contro i 399 del 2023-24. Nessun club di Serie A si era spinto così in alto: il primato precedente apparteneva alla Juventus di Ronaldo, che nel 2018-19 toccò quota 464 milioni. E il risultato, al netto delle tasse, dovrebbe essere positivo per circa 20-25 milioni completando il turnaround aziendale: l’Inter era già passata da -246 milioni (2020-21) a -140 (2021-22) a -85 (2022-23) a -36 (2023-24). Andando a ritroso, le gestioni Zhang, Thohir, Moratti e Pellegrini avevano riportato solo perdite. Oaktree, alla prima stagione (il fondo si è insediato a fine maggio 2024), firmerà un esercizio col segno più. E i profitti potranno incrementarsi con eventuali cessioni di giocatori entro il 30 giugno. 

ricavi e costi

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La grande differenza l’ha fatta la Champions che ha regalato all’Inter introiti di circa 190 milioni. Premi Uefa per 137 milioni, anche questo un record per una squadra italiana. A ciò si aggiungono i 50 milioni al botteghino e i 2 di bonus-extra degli sponsor per il raggiungimento della finale. Di conseguenza, se i diritti tv della Serie A sono calati di una ventina di milioni rispetto al 2023-24 (da 101 a 82), quelli europei sono lievitati di 65 milioni. Il management nerazzurro, inoltre, ha capitalizzato benissimo la crescita del marchio segnando un +30% nel segmento commerciale: le sponsorship passano da 80 a 105 milioni, migliorando ancora le previsioni. Completano il quadro le entrate da stadio (da 70 a 100 milioni) e il gettone garantito del Mondiale per club (22 milioni). Si arriva così a un giro d’affari caratteristico di 515-520 milioni. Sul lato delle spese, gli stipendi sono attesi in aumento di circa 20 milioni, ma gli ammortamenti si sono ridotti di 10: così la gestione della rosa si è appesantita di soli 10 milioni, nonostante i rinnovi pesanti di Lautaro e Barella. I costi totali dovrebbero attestarsi su 470-475 milioni. Da sottolineare come l’equilibrio contabile sia stato raggiunto senza ricorrere a vendite di big: al momento i proventi da player trading ammontano a una ventina di milioni (erano 65 nello scorso esercizio, con le plusvalenze di Brozovic e Onana). Tolti gli oneri per gli interessi sul bond, il risultato ante-imposte 2024-25 dovrebbe essere positivo per 35-40 milioni (contro il -27 del 2023-24), per un utile al netto delle tasse di 20-25 milioni. 

valore

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Oaktree si ritrova in portafoglio un asset che è già più pregiato rispetto a un anno fa. Se prendiamo come punto di partenza l’enterprise value di 1715 milioni stimato da Football Benchmark e basato sui bilanci 2022-23 e 2023-24, la lievitazione del fatturato e il conseguimento dell’utile nel 2024-25 proiettano il valore d’impresa dell’Inter oltre i 2 miliardi di euro. Una stima che, in attesa dello sblocco del progetto di San Siro, prefigura un lauto ritorno dell’investimento, quando il fondo statunitense riterrà esaurita la sua missione. Va ricordato, infatti, che l’esposizione di Oaktree sull’Inter è di circa 440 milioni, tra il mancato rimborso del prestito da parte di Zhang (390 milioni con gli interessi) e gli apporti di equity (52).

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