Nel passato anche Roger, Rafa e Nole hanno dovuto fare i conti con stop più o meno lunghi causati da guai fisici. E c'è il precedente (simile) di Iga Swiatek, fermata un mese per doping
Luigi Ansaloni
9 maggio 2025 (modifica alle 19:13) - MILANO
Ma come sarà il ritorno di Jannik Sinner in campo agli Internazionali di Roma? Tornerà subito, dopo tre mesi, la macchina perfetta da tennis che era al momento del suo stop, quella ammirata in Australia, o ci vorrà un po' di tempo? Lo scopriremo tra poche ora, ma certo gli esempi di grandi ritorni in campo di campioni nella storia di questo sport non mancano. Certo, il caso di Sinner è un po' particolare, perché la sua assenza non è dovuta ad un infortunio o ad una pausa volontaria ma ad un accordo con la Wada per una sospensione di tre mesi, e dunque non c’è un’ampia casistica, specie al suo livello, ma si può comunque fare un paragone con altri fenomeni che per forza di cosa hanno dovuto affrontare un periodo lungo di stop come è successo a Jannik.
RE ROGER
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Prendiamo come esempio i big three. Roger Federer fino a tarda età è stato straordinariamente fortunato con gli infortuni, ma nel 2016, dopo Wimbledon si fermò a causa del primo dei gravi infortuni al ginocchio. All’età di 35 anni sembrava che quella fosse la fine o quasi della sua imperiosa carriera. Errore. Lo svizzerò, dopo una sgambata alla Hopman Cup, partecipò agli Australian Open 2017, dunque circa 6 mesi dopo lo stop, vincendo incredibilmente il suo 19esimo slam e mostrando un tennis spaziale, con un livello tale che gli permise poi di conquistare anche il suo ultimo double sunshine a Indian Wells e Miami.
king of clay
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Rafael Nadal nel corso della sua carriera ha certamente subito molti più infortuni rispetto allo svizzero, dunque più rientri, più o meno facili. Nel 2009 stette fermo 3 mesi dopo il Roland Garros (dove fu sconfitto da Soderling) e rientrò a Montreal, dove fece quarti di finale, dopo una semifinale a Cincinnati e la semifinale agli Us Open. Più incredibile quello del 2012-2013, quando stette fermo sette mesi e rientrò con una finale a Vina del Mar e tornei vinti a San Paolo e ad Acapulco, dando il via a quello che è stato uno dei suoi anni migliori.
NOle
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Lo “stop” più lungo e forse più celebre di Novak Djokovic fu quello tra il 2017 e il 2018, quando il fuoriclasse serbo stesse fermo per quasi 6 mesi. Il suo rientro, a Melbourne, fu disastroso, con la sconfitta nella “sua” Australia da Chung. Nole aveva un problema al gomito che si rifiutava di fare operare, ma alla fine andò sotto i ferri. Nuovo stop di qualche mese, il lento recupero, la sconfitta contro Cecchinato a Parigi e poi, finalmente, a Wimbledon, il ritorno di RoboNole, con la vittoria nello slam londinese.
iga
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Una cosa molto simile (ma non identica) a quello capitato a Sinner è successa, lo scorso anno, a Iga Swiatek, anche lei fermata per una vicenda doping finita anche in quel caso nel nulla. La polacca, che non seppe subito dare una spiegazione alla positività come invece fatto da Sinner, fu di fatto fermata e poi squalificata per un mese, mancando di fatto dalle competizioni per circa due mesi e mezzo. L’ex n.1 del mondo Wta tornò in singolare alle Wta Finals a Ryad, venendo eliminata nel girone ma vincendo comunque due incontri su tre.