In Bulgaria i soldati simulano il fronte, test di difesa a Est

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A Novo Selo c'è un gruppo di soldati che prova a vivere sulla propria pelle lo scenario più temuto in questi anni di guerra nell'Europa orientale. L'ipotesi della difesa da un attacco a Est è qualcosa che sembra già vero nella base Nato in Bulgaria, dove si addestrano gli eserciti di sette Paesi, compresa l'Italia che con i suoi 740 i militari ha l'impegno maggiore.

Nessuna guerra ibrida, qui ci si esercita sul conflitto in prima linea con carri armati, colpi di mortaio e tiratori scelti. "Siamo pronti a ogni evenienza", dice il colonnello Mattia Scirocco, comandante del 'multinational battlegroup' della base bulgara dell'Alleanza, ovvero un gruppo tattico formato dai militari di Macedonia, Romania, Bulgaria, Grecia, Albania e Turchia oltre al nostro Paese. Del resto il motto qui è: "l'addestramento è la più solida garanzia per affrontare l'imprevedibilità del combattimento".

Quotidianamente i soldati, con duecento mezzi in tutto, si muovono nel poligono tra le colline e negli sterrati aperti, corrono nei boschi, sparano e si riparano tra i ruderi, avanzando con i cingolati. Con i sistemi computerizzati c'è chi visualizza l'andamento della battaglia, controlla le linee di fuoco, testa le tattiche di spostamento, i soccorsi dei possibili feriti fino agli eventuali prigionieri di guerra e le attività nei centri urbani simulati. Dalle sterpaglie, nel fango gelido, spuntano il carro armato 'Ariete', la blindo armata Centauro 2, il veicolo dal combattimento Dardo, blindati, obici semoventi e il resto della fanteria che difenderebbe quella linea rossa da scongiurare: i proiettili esplodono davvero e finiscono nel vuoto, immaginando un nemico di fronte.

"Facciamo attività convenzionale", spiega ancora il comandante Scirocco, consapevole che a Novo Selo è come essere al fronte, solo che i cannoni sparano senza distruggere o colpiscono finti obiettivi mentre i colpi sono a salve. Ci si addestra così dal 2022, da quando la situazione in Ucraina ha condizionato l'impegno dell'Italia e del resto del mondo contro la minaccia di un'espansione del conflitto: in questo momento sono oltre 2.323 i militari del nostro Paese impiegati per attività di deterrenza e addestramento nel cosiddetto fianco Est. Quello in Bulgaria - dove nelle prossime ore il ministro della Difesa Guido Crosetto porterà i suoi auguri di Natale al contingente italiano - è solo uno degli otto battlegroup europei i cui donne e uomini si alternano a cadenza semestrale e sono impiegati nell'ambito della missione Nato della 'Forward Land Forces', l'ex 'Enhanced Vigilance Activities', la presenza avanzata dell'Alleanza nata inizialmente nel 2014, a seguito della invasione russa della Crimea. Adesso le simulazioni di battaglie da trincea sono invece all'ordine del giorno, intervallate da grandi attività internazionali che hanno sempre lo stesso scopo. L'ultima grande esercitazione si era svolta lo scorso 7 novembre, con tutti gli assetti a disposizione e i soldati di varie nazioni che avevano ancora una volta combattuto in team nel poligono di Novo Selo, specchio di un futuro distopico tanto vicino da impaurire. Anche se è una finzione.
   

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