Con trenta voti favorevoli e sedici
contrari, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il
Piano socio-sanitario 2025-2030. "Con questo atto restituiamo,
io credo, anche ciò che la Costituzione assegna alle nostre
regioni, che è l'essere enti di programmazione. Il nostro ruolo
non è di gestire il quotidiano, ma di programmarlo", ha detto in
aula il presidente della Regione, Alberto Cirio.
"Sono soddisfatto, ha aggiunto, perché il Consiglio regionale
ha avuto una grande maturità complessiva nell'adottare questo
piano, e di farlo dopo trent'anni di assenza di uno strumento di
programmazione".
Dopo il voto, l'abbraccio con l'assessore regionale alla
Sanità: "L'obiettivo - ha spiegato Federico Riboldi - è di
riportare nell'ago della sanità pubblica le persone che oggi
sono escluse" e "abbattere le liste d'attesa". Per l'assessore
alle Politiche sociali, Maurizio Marrone "una delle conquiste
maggiori di questo piano" è il fatto "che traccia finalmente un
orizzonte di applicazione concreta dell'integrazione
socio-sanitaria". È il caso dell'"istituzione della figura del
direttore socio sanitario", ma anche della "convenzione modello
tra distretti sanitari e ambiti territoriali sociali, che andrà
a ridurre nelle nostre intenzioni la grande disomogeneità di
servizio che in una regione articolata e complessa come il
Piemonte".
Critiche le opposizioni. "Uno strumento utile, ma a nostro
giudizio ancora non decisivo. Un'utile mappa di concetti e di
principi, di questioni di cui bisognerà occuparsi, ma mancano
ancora tempi e modi ed è per questo che il nostro giudizio
complessivo resta negativo", ha commentato Daniele Valle (Pd),
vicepresidente della Commissione sanità. Nonostante il giudizio
negativo, le minoranze hanno contribuito al documento con molti
emendamenti, alcuni dei quali approvati.
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2 ore fa
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