Il campo o la vita? Titmus, CR7, Modric, Djokovic, Ibra: modi diversi d'inseguire la felicità

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L'australiana ha scelto di lasciare il nuoto a 25 anni dopo 4 olimpici per passare più tempo coi suoi affetti. Ma c'è chi fa scelte opposte

Luigi Garlando

Giornalista

18 ottobre - 07:45 - MILANO

Tutti gli atleti, prima o poi, arrivano davanti allo stesso bivio e vengono aggrediti dalla stessa domanda, come da un brigante: il campo o la vita? Ariarne Titmus, nuotatrice australiana, ha appena scelto la vita. A 25 anni ha deciso di smettere, dopo 4 ori olimpici, primatista mondiale nei 200 stile libero, ex regno di Federica Pellegrini che ha nuotato fino all’età di Cristo: 33. In altre discipline, 25 anni sono pochi, nel nuoto, che logora per precocità agonistica, sacrifici e ripetitività, sono di più. Ariarne ha scritto una lettera deliziosa a se stessa bambina: "Sei realizzata, contenta e felice. Ciò che ti aspetta è entusiasmante. Nuovi obiettivi, più tempo con le persone che ami, al primo posto te stessa e non più lo sport. Fidati, il tempo vola".

ronaldo e modric

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CR7 e Modric nuotano ancora, ma hanno trovato la piscina di Cocoon. Giocano con l’entusiasmo dei bambini. Forse la Titmus chiederebbe loro: "Dopo i Palloni d’oro e i tanti trionfi, ha ancora senso rubare tempo agli affetti, tenere lo sport al primo posto?". Si resta in campo anche per paura. Ibra lo ammise: "Sento sempre di più il terrore dell’addio". L’ultima partita come le Colonne d’Ercole: oltre c’è il vuoto, il dio ritorna uomo. Forse è ciò che sta provando Nole Djokovic. Un anno fa prometteva: "Finché posso battere i giovani, continuo". Ora Alcaraz e Sinner lo battono a ripetizione. L’altro giorno ha ammesso: "Jannik mi ha preso a calci nel sedere". Però va avanti lo stesso, anche a costo di vomitare in campo, come a Shanghai. Sbaglia? No, perché la verità è una sola: la vita è dove ci sentiamo di viverla. In campo o fuori.

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