Il dirigente rossonero al Festival di Trento: "Capello mi ha dato più di Mou e Guardiola. La mia top 3? Ronaldo il fenomeno, Maradona, Messi. Io però mi tengo fuori"
Il popolo di Ibra. Che è già in coda alle 11 di mattina per sentire il verbo del suo profeta. L’auditorium San Chiara è stipato di tifosi, appassionati e curiosi. Tutti molto rumorosi. Zlatan Ibrahimovic sale sul palco a modo suo: “Avete detto che ho vinto 12 campionati, sono 14…”. Tripudio. Il dirigente del Milan comincia a raccontarsi: “Oggi rappresento la proprietà del Milan. Provo ad aiutare tutti a fare meglio. E poi mi alleno, ho piccoli progetti che mi impegnano, sono sempre attivo. L’adrenalina da calciatore è impossibile da ripetere, però resto molto attivo. Vivo in Italia per l’80% del mio tempo. Poi viaggio: in Svezia, anche se non spesso, e poi in tante altre parti per il lavoro che mi lega a Redbird che, nel campo dell’intrattenimento, mi ha aperto un mondo”. I suoi due figli stanno seguendo le orme paterne, nel vivaio rossonero: “Io mi metto da parte, do consigli, non li giudico, non è facile per loro con un papà come me. Sono già giudicati per colpa mia. Ad entrambi ho consigliato di non giocare a calcio, non mi hanno ascoltato. Usano il cognome di mia moglie, ma tutti sanno chi sono. Io però al Vismara non vado mai perché tutto quello che fanno se lo devono meritare”. Ma Ibra, tu non sei sposato? “Quando glielo ho chiesto mi ha detto no… Stiamo insieme da 25 anni e stiamo bene”. E nella casa svedese hanno appeso la foto dei piedi di Zlatan: “A casa mia c’è un quadro di questa foto perché quello che mangiamo e quello che abbiamo è grazie a questi due piedi”
il presente
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Poi l’attualità. Quella di un Milan che sembra aver svoltato: “Stiamo andando bene. È arrivato Allegri, un allenatore vincente. Ha portato esperienza, equilibrio, stabilità. La società ha fatto grande lavoro per fare una squadra competitiva. Poi passo dopo passo, uniti, cercheremo di arrivare più in alto possibile”. Il discorso scivola su Max: “Abbiamo vinto insieme. E abbiamo sempre lavorato per fare risultato. Il Milan ha la vittoria nel dna, quindi ti giudicano per i risultati. Peraltro ora stiamo giocando bene. Io il non gioco di cui parlano proprio non lo vedo”. Con Allegri ci sono stati anche litigi: “A Londra perdemmo 3-0 con l’Arsenal, lui mi disse che ero stato un disastro e partimmo…”.
leao e modric
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Sul portoghese: “Uno dei più forti del mondo, si parla tanto di lui. Quando abbiamo vinto lo scudetto era molto più giovane, faceva la differenza, a volte ha vinto da solo. Ha vinto quel tricolore da fenomeno. In Supercoppa ha fatto la differenza. A lui chiediamo tanto perché ha la magia e lo vediamo tutti giorni in allenamento”. E su Modric: “È un maestro, lui non gioca a calcio, lui è il calcio. La sua carriera è stata incredibile. Quest'estate eravamo convinti mancasse esperienza: prima abbiamo scelto l’allenatore, poi abbiamo parlato di Modric. Ancelotti ci ha detto che è stato l'unico giocatore mai infortunato l'anno scorso. Poi ha una passione incredibile. Avessi giocato con lui mi avrebbe allungato la carriera di due anni. Fuori dal campo ci dà energia e motivazione a tutto ambiente”.
i tecnici
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“Guardiola e Mourinho hanno cambiato il calcio, mi hanno allenato entrambi, sono cresciuto tanto con loro. Due persone molto diverse. Mou ti entrava in testa e ti controllava, Guardiola otteneva le stesse cose sul campo. Quello che mi ha fatto più crescere è stato Capello. Al ct Gattuso e all’Italia auguro tutto il bene possibile”. Capitolo calciatori: la top 3 di Zlatan: Ronaldo il Fenomeno, Maradona e Messi. Io però mi tengo fuori…”