Hantavirus: quando la presenza di topi può diventare pericolosa

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Non è solo una questione di fobie. In alcuni casi, gli animali possono rappresentare un rischio concreto per la salute umana

Giacomo Martiradonna

12 maggio - 16:45 - MILANO

Piccoli, rapidi e spesso invisibili, i roditori sono ospiti indesiderati ma relativamente comuni nelle cantine, nelle case di campagna e, talvolta, anche in ambienti urbani. E se la selezione naturale ha portato l’essere umano a temerli istintivamente, un motivo c’è: non perché costituiscano di per sé una minaccia diretta, ma per il potenziale ruolo di veicolo di malattie infettive. Tra queste, una delle più insidiose – seppur rara – è l’hantavirus, un patogeno trasmesso dai topi che, in casi limitati, può causare una gravissima sindrome respiratoria.

Che cos'è l'hantavirus

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L’hantavirus è un virus respiratorio trasmesso da topi e ratti. Il contagio avviene principalmente per inalazione delle particelle presenti nell’aria, contaminate da urina, feci o saliva di roditori infetti. In rari casi, l'infezione può avvenire anche con un morso. L’esposizione al virus può portare allo sviluppo dell'hantavirus pulmonary syndrome (HPS), una condizione che si manifesta inizialmente con sintomi simil-influenzali: febbre, affaticamento e dolori muscolari. In alcuni casi tuttavia possono insorgere anche brividi, vertigini, cefalea, disturbi gastrointestinali e problemi polmonari o renali. La comparsa dei sintomi può avvenire da una a otto settimane dopo il contatto con il virus.

Hantavirus, Perché è pericoloso per l’uomo

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A fronte di una gravità elevata della sindrome associata, è raro imbattersi nell'hantavirus. I dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) indicano che tra il 1993 e il 2022 sono stati registrati 834 casi di hantavirus pulmonary syndrome (HPS) negli Stati Uniti, con una letalità attorno al 35%. Il rischio resta molto basso anche in presenza di roditori in casa, soprattutto nelle aree urbane: il comune topo domestico (Mus musculus), infatti, non è considerato un vettore. In Europa l’infezione da virus appartenenti a questa famiglia è poco frequente, e nelle regioni mediterranee i casi segnalati sono ancora più sporadici. In Grecia, ad esempio, è stato notificato un solo caso umano negli ultimi undici anni. Tuttavia, nel 2021 in Slovenia, sono stati segnalati oltre 200 casi. Secondo gli esperti, il rischio per la popolazione generale è minimo. Tuttavia, è consigliabile prestare sempre attenzione se si soggiorna in aree note per precedenti focolai o in strutture con evidenti segni di infestazione.

riconoscere la presenza di topi

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La presenza di topi in un’abitazione può essere identificata da diversi segnali: deiezioni, nidi nascosti in angoli riparati, tracce di rosicchiature e dentellature, odori forti e persistenti o rumori notturni nei muri o nei solai. In caso di riscontro positivo, è importante intervenire tempestivamente. Gli esperti raccomandano di sigillare eventuali ingressi nell’abitazione, rimuovere le fonti di cibo accessibili e predisporre trappole. Prima di effettuare operazioni di pulizia in zone contaminate, bisogna anche arieggiare l’ambiente per almeno 30 minuti, indossare guanti e mascherine protettive, e utilizzare disinfettanti o soluzioni a base di candeggina evitando di spazzare o aspirare le superfici secche, per non sollevare particelle potenzialmente infette.

E in caso di sintomi compatibili con l’HPS, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a una struttura sanitaria attrezzata e informare i medici di una possibile esposizione a roditori. L’identificazione precoce della malattia può essere determinante per un decorso positivo.

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