Guido Caprino: "Valentino Rossi in MotoGP era uno scacciacrisi"

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L'attore da sempre è un appassionato di moto, ha una Honda CR 250 ed è un fan del campione pesarese

Emanuele Bigi

22 giugno - 14:18 - MILANO

A Napoli, in occasione del premio Nastri D'Argento Grandi Serie, abbiamo incontrato Guido Caprino, vincitore del Nastro come Miglior attore non protagonista per la serie L'arte della gioia di Valeria Golino (su Sky). L'attore di Taormina è da sempre un grande appassionato di moto, prediligendo le motocross. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Come è nata la passione per le due ruote? 
"Sono cresciuto in un paese dove c’era sempre qualcuno che guidava una moto. Per metà della mia vita ho sognato di averne una, poi è arrivata, anche se un po’ tardi. I miei non me la volevano comprare. Da ragazzino usavo sempre le moto degli altri. Con un mio amico prendevamo la Gori del fratello e andavamo in giro per le campagne rischiando la vita ogni giorno. Era l’incoscienza dell’adolescenza".

Quanti anni avevi?
"Undici, dodici. Ho cominciato prestissimo a guidare".

Qual è stata la tua prima moto?
"L’ho presa in tarda età, era un’Honda Xlr. Prima usavo il Ciao di mia sorella. Facevo qualsiasi cosa con quel motorino. Nel frattempo è nata la passione per il motocross, cresciuta grazie a un amico e a un grande pilota della mia zona come Marco Mainardi. Seguivo tutte le sue gare, era uno specialista sulla spiaggia, faceva marecross".

Hai provato anche tu?
"Sì, ma non ho mai gareggiato. Poi la passione è esplosa con le imprese di Antonio Cairoli, che continua a regalarci molte gioie".

Sei anche patito di MotoGP. 
"Si, grazie all’insostituibile e unico Valentino Rossi, il più grande di tutti. Mi piacciono le sue imprese. Ricordo che quando avevo momenti di crisi bastava una sua gara per farmi tornare il sorriso. È una leggenda".

Oggi chi ti appassiona tra i piloti?
"Spero che Bagnaia superi questo momento critico. Penso sia un pilota molto forte. Non posso non provare una certa ammirazione per Marc Márquez, nonostante avessi giurato di non tifarlo dopo la questione del biscotto. Non è stato una bella pagina di sport. Al di là di questo, credo sia il più forte del momento".

Ora che moto hai in garage?
"Ogni tanto mi diverto a fare enduro con la mia Honda CR 250 due tempi. Non la voglio vendere, anche se lo spirito è cambiato: non ho più l’incoscienza di prima. La famosa coppia è emozione pura. Ora preferisco vivere di ricordi, lo trovo inutile crearmi delle aspettative e poi deluderle. Comunque giro ancora in moto in solitaria. Avrei tante avventure da raccontare, ma ci vorrebbe troppo tempo. E comunque molte non le ripeterei, sono troppo pericolose" sorride.

Che cosa ti dà la moto quando sali in sella? 
"Da una parte avere il controllo di una macchina, dall’altra farmi sorprendere dalla stessa macchina. Trovo affascinante la simbiosi uomo-macchina. E poi mi piace lo spirito di aggregazione che si crea tra centauri".

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