Guarneri: "La rimonta col Liverpoo iniziò con un disco di Mazzola. Era un'Inter di amici"

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Il 12 maggio ’65 il 3-0 in semifinale di Coppa dei Campioni. Lo stopper gentiluomo racconta: "Che gol fece Facchetti! Sandro disse allo speaker: 'Se passiamo suona questa...'"

Massimo Arcidiacono

12 maggio - 07:28 - MILANO

Quei nomi, innanzitutto. Antichi. Guerrieri o gentili, ricordo di gentes romane, di uomini arditi, di fiori profumati. Giuliano (Sarti), Tarcisio (Burgnich), Giacinto (Facchetti), Aristide (Guarneri), Armando (Picchi). Nomi di italiani in gita. Non è una formazione dell’Inter, è una filastrocca che non si dimentica. Aristide, per esempio. Lui è ancora qui, con quell’inflessione della Bassa, quella voce stentorea solo un poco piegata dalle 87 primavere. Sessant’anni fa esatti, la più epica delle partite nerazzurre che neanche il 4-3 di martedì scorso ha offuscato. 12 maggio 1965, Inter-Liverpool 3-0. “Confesso. Non ho molti ricordi di quella partita. Ho più in mente quella dopo, la finale col Benfica: la giornata di pioggia, il terreno fangoso che oggi una partita così mica te la farebbero giocare, il gol di Jair”. 

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