Il varo del provvedimento che ora passa al vaglio del Senato è stato sottolineato da un lungo applauso dai banchi della maggioranza e da quelli del governo

18 settembre 2025 | 12.34
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Via libera della Camera alla riforma della giustizia che introduce, tra l'altro, la separazione delle carriere dei magistrati e le nuove disposizioni per la scelta dei componenti del Csm. Il provvedimento, che passa al Senato, ha avuto 243 sì e 109 no. Il via libera è stato sottolineato da un lungo applauso dai banchi della maggioranza e da quelli del governo.
Applausi e polemiche, cosa è successo in Aula
Seduta sospesa a Montecitorio subito dopo il voto per tensioni in aula. La capogruppo del Pd Chiara Braga aveva preso la parola per criticare il membri del governo che si erano uniti al battimani della maggioranza per il sì al provvedimento, quando è salita la tensione tra maggioranza e opposiziono con diversi deputati che hanno lasciato gli scranni per scendere al centro dell'emiciclo. Dopo diversi richiami ai deputati, tra questi Donno (M5s), il presidente di turno Sergio Costa ha sospeso.
La denuncia dell'Anm
“Questa riforma serve a ottenere un ridimensionamento del potere giudiziario. Secondo una tendenza che riscontriamo in Italia, ma anche in tanti altri ordinamenti giudici. E’ una riforma che inciderà sull'assetto dei poteri costituzionali, perché darà vita ad un vero e proprio quarto potere”. Così il vicepresidente dell’Anm Marcello De Chiara a Radio Popolare.
“Questa riforma darà vita a un quarto potere, ovvero il potere di perseguire i reati. Questo determinerà un rafforzamento eccessivo del pubblico ministero, e rispetto a questa evoluzione riteniamo altamente probabile che questo governo o i governi successivi che verranno, per porre rimedio a questo strapotere del pubblico ministero, dovranno sottoporlo al proprio controllo. E questa è una prospettiva che ovviamente desta preoccupazione, perché significherà un pm controllato dal potere esecutivo che ovviamente perseguirà soltanto taluni reati, anziché gli altri, secondo le direttive e le indicazioni ricevute dalla maggioranza di quel momento”, conclude.
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