L'ex centrocampista della Nazionale e della Juve si racconta al podcast Centrocampo: "Ho visto Conte piangere dopo Euro 2016. I miei sono operai, hanno appena finito di pagare il mutuo. Col primo stipendio ho comprato un terreno per farci la casa"
5 giugno - 09:20 - MILANO
“Sono diventato professionista senza la milza”. Lo racconta Emanuele Giaccherini, ex centrocampista della Nazionale e di Juventus e Napoli, al podcast Centrocampo. L’episodio risale a quando giocava con gli allievi regionali del Bibbiena. “In una partita contro la Sestese ho avuto uno scontro con il portiere che mi ha rifilato una gomitata involontaria alla milza e ho rischiato di morire. Ho rischiato la vita perché sono stato 5 ore con un'emorragia interna. All'inizio avevano pre-diagnosticato che si trattasse di una costola rotta. Ho assistito a tutto il resto della partita da bordocampo nonostante avessi dei dolori lancinanti ma non sono andato subito al pronto soccorso. Così nel viaggio di ritorno da Firenze a Bibbiena, sul pullman le fitte sono aumentate tantissimo, mi hanno condotto in ospedale, ho fatto l'ecografia e i medici hanno visto che c'era tantissimo sangue nelle urine, la milza era spappolata e sono stato operato d'urgenza. Ho tremato un po', non appena mi sono svegliato dopo l'operazione ho chiesto se sarei tornato a giocare a calcio”.
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Giaccherini si riprese e diventò un calciatore professionista. A un certo punto, finì fuori rosa al Cesena, dopo il prestito a Pavia. “Ero a un passo dal prendere la decisione di ritirarmi dal calcio a 22 anni”, dice Giaccherini. La svolta è stata l’incontro con l’allenatore Pierpaolo Bisoli, fino all’approdo in Serie A e nel grande calcio, tra Juventus e maglia azzurra. Protagonista agli Europei 2016 nell’Italia di Conte, eliminata nei quarti dalla Germania ai rigori. Giaccherini si sofferma sul tentativo fallito di Pellé: “Ci può stare di sbagliare, l'errore vero fu il gesto del pallonetto a Neuer, era il portiere più forte del mondo insieme a Buffon. Ma non comprendo la scelta. Con un gesto del genere si ha tutto da perdere, nessuno dice che sei un campione se segni dopo un gesto simile, ma se sbagli vieni massacrato. Le lacrime di Barzagli dopo l'eliminazione sono state le lacrime di tutti, persino Conte ha pianto”. L’ex centrocampista racconta anche di quella volta che perse oltre 15mila euro. “Mi trovavo al casinò di Montecarlo con un mio amico e mi sono lasciato prendere dal gioco. Mi sono girate le scatole per i soldi che ho perso e non è più accaduto. Do un sacco di valore ai soldi perché i miei genitori sono operai, hanno finito di pagare il mutuo pochi anni fa. Al primo vero contratto non mi sono comprato la macchina ma un terreno dove costruire la mia casa, poi ho investito sul mattone e in business che potessero generare un guadagno futuro”.
La Gazzetta dello Sport
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