Ganna: "Il 2026? Mi basta un trionfo tra Sanremo, Fiandre e Roubaix". Viviani: "Resterò nel ciclismo"

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I due, amici e simboli del ciclismo italiano, si raccontano a Trento al Festival dello Sport

dal nostro inviato Ciro Scognamiglio

12 ottobre - 17:46 - TRENTO

Due amici, due simboli del ciclismo azzurro. Questo sono Filippo Ganna e Elia Viviani, che hanno condiviso assieme il palco del Festival di Trento alla Filarmonica, gremita per loro. "Ci siamo conosciuti al Mondiale 2016 a Londra in pista", ricordano all’unisono. Hanno vinto 3 medaglie olimpiche a testa, una infinità di titoli su strada e non solo. "L'adrenalina maggiore la trovo quando devo fare l'apripista a qualche compagno o metterlo nella posizione migliore per la salita", dice Ganna a proposito del filo conduttore del Festival di quest’anno. "Sanremo, Fiandre e Roubaix: nel 2026 mi accontenterei di vincerne una...", afferma il 29enne piemontese di Ineos-Grenadiers. Mentre i programmi agonistici di Elia Viviani dell'immediato sono ben definiti: "Il Giro del Veneto, mercoledì nella mia Verona, sarà l'ultima corsa su strada (chiude a 36 anni dopo 90 successi su strada, ndr). Poi andrò ai Mondiali su pista in Cile con ambizioni di medaglia nell'eliminazione, e alla Sei Giorni di Gand in pista dal 18 al 23 novembre per il saluto". E poi? "Resterò nel ciclismo". È più di una promessa, anche perché il movimento non si può permettere di perdere uno come Elia...

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