L’azzurro iridato Under 23, il francese 7° al Lombardia, il belga re d’Europa: ecco i “nati pronti” eredi di Tadej
Paul Seixas è quello che va più veloce: 19 anni compiuti il 24 settembre, di recente bronzo all’Europeo dei grandi e settimo al Lombardia, il più giovane a chiudere nella top-ten un Monumento dal 1917. Ma Lorenzo Finn si difende: lui i 19 anni li farà il 19 dicembre, intanto in 12 mesi ha vinto i Mondiali junior e Under 23 nonostante nessuno di quelli al via fosse nato dopo di lui. E Jarno Widar non scherza: è del 2005 – il 13 novembre gli anni saranno 20 – e ha avuto un po’ più di tempo per infilare perle come l’Europeo e la Liegi Under 23 nel 2025, ma anche il Giro d’Italia Next Gen (2024). Rappresentano Francia, Italia, Belgio. E in qualche modo prenotano già il dopo-Tadej Pogacar, anche se è una affermazione che va fatta con tutte le cautele del caso. Non sono gli unici: da neopro’ il britannico Matthew Brennan (Visma, classe 2005) ha vinto 12 corse quest’anno - è un velocista potente - e il danese Albert Withen Philipsen (Lidl-Trek, 2006) nell’ultima settimana è stato sul podio della Tre Valli Varesine – 2° - e della Parigi-Tours, 3°. Però quei tre, al momento, stanno prendendo più attenzioni.
sprazzi
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Lorenzo Finn è completo, non ha paura di attaccare e tiene i piedi per terra. Lo ha preso il vivaio Red Bull e sembra che lo stia facendo crescere nel modo giusto: nel 2026, per il ligure, ancora una stagione tra gli Under 23 prima del salto tra i grandi. I successi iridati li ha ottenuti dominando, però non ha sfigurato neppure quando ha corso con i pro’: al Giro di Reggio Calabria, disputato in maglia azzurra, ha chiuso terzo. E il profeta Elia Viviani, suo compagno per un giorno, ha esclamato: "Questo è un corridore". Mentre il ct degli Under 23, Marino Amadori, quando l’ha visto scatenato all’attacco nel Memorial Pantani 13 giorni prima del successo iridato in Africa, ha dovuto suggerire di darsi una calmata…
Aspettative
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Per Paul Seixas non sarà facile tenere a bada le aspettative dei francesi, che non vincono il Tour de France dal 1985 (il quinto consecutivo di Bernard Hinault). L’ex Thibaut Pinot ha fatto notare che "a 19 anni, Pogacar probabilmente non era così forte", cosa che ovviamente, però, non dà nessun tipo di garanzia. Seixas non può che sognare di vincere il Tour, intanto con la Decathlon nel 2026 farà il suo debutto in un grande giro (ancora non si sa quale) e quest’anno al Delfinato ha chiuso ottavo. Pogacar è un modello da seguire, non solamente nello stile di corsa ma nel carattere, "per come resta umile e rispetta gli avversari".
Grinta
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Jarno Widar ha carattere. Al Mondiale, nel giorno di Lorenzo Finn, aveva deluso: 34°. Una settimana dopo, più o meno contro gli stessi avversari, all’Europeo ha staccato tutti. La Lotto lo ha blindato fino al 2027, e al Tour de l’Avenir di quest’anno sulla salita di Tignes ha tolto un record di scalata a Tadej Pogacar. Come Finn e Seixas, Jarno non sceglie tra grandi giri e classiche e si è saputo già riprendere da delusioni come quella del Giro Next Gen 2025, quando è caduto: tra l’altro, a vincere la rosa era stato Jakob Omrzel, classe 2006 e sloveno come Pogacar, pronto al salto tra i grandi con la Bahrain. Un altro nome da tenere presente eccome, perché tutti questi ragazzi sono giovani, forti, affamati. “Nati pronti”, si dice adesso.