L'ex promessa della Lazio, che ha risolto il contratto col Guidonia Montecelio (Serie D) aveva fatto pressioni su Martini del Sudtirol. Ma il collega non ha mai risposto e ha denunciato tutto. "Avevo bisogno di soldi, alla fine non ho scommesso"
Pietro Scognamiglio
7 aprile 2025 (modifica alle 18:21) - MILANO
Ci sarebbe l’ombra di una tentata condotta illecita al fine di scommettere – come svelano le motivazioni del Tribunale Federale Nazionale – dietro i dieci mesi di squalifica inflitti a Mamadou Tounkara, 29enne ex attaccante del Guidonia Montecelio (Serie D, ma nei giorni scorsi è stato risolto il suo contratto) con un passato da promessa mai definitivamente sbocciata (esordio in Serie A con la Lazio da giovanissimo, poi una quarantina di presenze in B tra Crotone, Salernitana e Cittadella). La squalifica del senegalese è arrivata per dei messaggi inviati via chat nello scorso ottobre a Jacopo Martini, centrocampista di 20 anni del Sudtirol, compagno di Tounkara a Foggia nella passata stagione. Il riferimento è alla partita Catanzaro-Sudtirol della decima giornata di Serie B, finita 3-0 e in cui Martini è entrato al 39’ del secondo tempo senza subire alcun provvedimento disciplinare. “Fratello, se entri mi serve un giallo. Mi devi dire sicuro che ti fa entrare. Per favore mi serve, devo pagare delle cose fratello” le richieste di Tounkara a Martini (che non ha mai risposto), dopo averlo precedentemente invitato a scaricare un’applicazione in grado di cancellare la cronologia dei messaggi dopo cinque minuti dalla ricezione. Il giorno antecedente alla partita, quando Martini si è limitato a replicare che non sarebbe stato schierato tra i titolari, Tounkara ha insistito: “Secondo tempo giochi?”, ma anche qui senza avere risposta, al punto da chiudere la conversazione con “Figlio mio abbandonato papà”.
LA DENUNCIA
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Martini, da prassi, si è limitato a informare la società del Sudtirol che ha provveduto ad attivare la Procura federale. Di fronte al tribunale, come riportato dal dispositivo, Tounkara ha argomentato: “In quel momento avevo difficoltà economiche e quindi ho chiesto al Martini, mio amico e mio ex compagno di squadra, di dirmi, a titolo di favore, se avrebbe giocato nella partita del giorno successivo e si sarebbe fatto ammonire con cartellino giallo. Queste informazioni mi sarebbero servite per scommettere su una eventuale ammonizione del Martini nella partita di campionato che si sarebbe svolta il giorno dopo. Il Martini non mi ha mai risposto ai predetti messaggi per cui non ho scommesso sulla partita”. La procura Figc aveva chiesto due anni di squalifica, ma dieci mesi – “anche in virtù della buona condotta processuale mostrata dal deferito”, scrive il Tfn – sono stati ritenuti sufficienti. Prima della pubblicazione delle motivazioni, Tounkara aveva commentato via social la squalifica: "Non si tratta né di scommesse, né di combine, né di condotte a ciò collegate", riservandosi di intraprendere tutte le azioni a tutela della sua posizione all'interno del procedimento sportivo.