Non si deve per forza rinunciare all'estate: con il farmaco giusto, scelto insieme al medico, si può prevenire fototossicità e fotoallergia
Giacomo Martiradonna
4 agosto - 17:12 - MILANO
Molti farmaci di uso comune, inclusi antibiotici, cortisonici e persino prodotti acquistabili senza prescrizione, possono rendere la pelle estremamente sensibile ai raggi ultravioletti. Si tratta di una condizione chiamata fotosensibilità farmaco-indotta ed è causata dall'interazione tra alcuni principi attivi e le radiazioni UV che penetrano nella pelle. Il fenomeno è spesso sottovalutato e può trasformarsi in un incubo, soprattutto durante le vacanze estive, quando l'esposizione al sole aumenta considerevolmente. La buona notizia però è che non tutte le molecole sono responsabili di una reazione avversa al sole. Per non rovinarsi le ferie, basta quindi optare, laddove possibile e in accordo col medico, per alternative terapeutiche ugualmente efficaci.
Farmaci e sole, sintomi di sensibilizzazione
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La fotosensibilità farmaco-indotta si manifesta quando un principio attivo reagisce ai raggi UV e dà origine a fenomeni infiammatori della pelle, la cosiddetta fotodermatosi. Disturbi che si presentano generalmente con eritemi diffusi, bolle, papule e, più raramente, lesioni simili a orticaria, spesso accompagnata da prurito e gonfiore. Le zone maggiormente interessate sono quelle di viso, collo, mani e avambracci, cioè quelle più esposte. In alcuni casi, però, le reazioni possono estendersi anche a zone del corpo non direttamente colpite dai raggi solari. A quel punto è necessario cercare l'aiuto del medico.
Fototossicità vs. fotoallergia
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Non tutte le reazioni da fotosensibilità sono identiche: le due forme principali sono fototossicità e fotoallergia, che differiscono per meccanismo d'azione e manifestazioni cliniche. La fototossicità si verifica quando il farmaco reagisce direttamente con le cellule della pelle in presenza di raggi UV, causando danni simili a un'intensa (e fastidiosa) scottatura solare. In questi casi, la reazione è confinata alle aree esposte. La fotoallergia, invece, è una complessa reazione immunitaria che si innesca e si diffonde anche con minime quantità di farmaco. Dal punto di vista clinico somiglia a una dermatite atopica, con gonfiore, prurito e lesioni diffuse.
I farmaci da evitare al sole
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Cambiare farmaco in estate non è sempre possibile, soprattutto se l'efficacia terapeutica di una specifica molecola è irrinunciabile. Tuttavia, in molti frangenti esistono alternative sicure. L'importante è discuterne con il proprio medico prima di chiudere la valigia. Tra le principali categorie di farmaci fotosensibilizzanti ci sono:
- Antibiotici: specialmente tetracicline come la doxiciclina, chinoloni come la ciprofloxacina e sulfamidici come il sulfametossazolo
- Diuretici: per esempio furosemide, idroclorotiazide
- Antinfiammatori non steroidei (FANS): ibuprofene, ketoprofene, diclofenac
- Antistaminici: come ad esempio la prometazina
- Retinoidi: utilizzati spesso nella terapia dermatologica
- Ipoglicemizzanti orali: farmaci per il trattamento del diabete mellito di tipo 2
- Farmaci neurologici: anticonvulsivanti e neurolettici
Alcuni antibiotici comunemente prescritti, come ad esempio l'amoxicillina associata ad acido clavulanico, non sono noti per provocare fotosensibilità e possono essere assunti, sempre con le opportune precauzioni che valgono per tutti.
Farmaci fotosensibilizzante in vacanza, cosa fare?
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Quando non è possibile sostituire un farmaco fotosensibilizzante, è imperativo adottare misure preventive per minimizzare i rischi. Durante il periodo di terapia è necessario evitare l'esposizione diretta al sole, compreso l’uso di lampade abbronzanti. È importante applicare creme con fattori di protezione solare adeguati (SPF 30+ o meglio ancora 50+), indossare abiti che coprano completamente la pelle, cappelli a tesa larga e occhiali da sole protettivi. E stare all'ombra il più possibile.
In caso di reazione in corso, bisogna interrompere immediatamente l'esposizione al sole fino a completa regressione dei sintomi e consultare immediatamente un medico per trattamenti specifici che, nei casi più gravi, potrebbero includere corticosteroidi e antistaminici.
Conservare i farmaci in viaggio:
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Durante soggiorni prolungati lontano da casa, è fondamentale evitare di lasciare i medicinali esposti alla luce solare o a fonti di calore, ad esempio all’interno di un'auto parcheggiata. In caso di spostamenti lunghi o viaggi in località calde, è raccomandabile riporli in contenitori termici idonei e, se disponibile, in frigorifero. A tal proposito, è opportuno chiedere indicazioni precise al medico o al farmacista. Particolare attenzione va riservata a insulina, nitroglicerina, antiepilettici, antibiotici, contraccettivi orali, ormoni tiroidei e, talvolta, anche a corticosteroidi, FANS, sedativi; in questi casi, gli sbalzi termici possono compromettere la stabilità e l'efficacia del farmaco.
Durante i viaggi in aereo, meglio tenerli con sé nel bagaglio a mano, nelle confezioni originali complete di foglietto illustrativo. E in caso di determinati farmaci e destinazioni extra Ue, è opportuno avere con sé eventuali prescrizioni mediche, preferibilmente tradotte in inglese. In Malesia, ad esempio, le benzodiazepine (come diazepam, alprazolam, lorazepam ecc.) sono classificate come sostanze psicotrope controllate e il loro ingresso è regolamentato da norme molto severe. È consentito portarne con sé una quantità sufficiente per un massimo di 30 giorni di terapia, ed è obbligatorio avere una prescrizione medica valida, con indicazione del nome del paziente, del farmaco, del dosaggio, della durata del trattamento, della motivazione clinica e timbro e firma del medico. I farmaci devono essere trasportati nella confezione originale con etichetta e foglietto illustrativo e all'arrivo in dogana è necessario dichiararli.
In definitiva, essere informati è il modo migliore di tutelarsi: per viaggiare in sicurezza, leggere sempre attentamente il foglietto illustrativo, consultare il medico o il farmacista e infine verificare le normative del Paese di destinazione.