Esplosa dove non doveva, una stella sfida le regole della galassia

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Si trovava dove non doveva ed è esplosa come non poteva: è Calvera, una stella in fuga che sfida le regole della nostra galassia. Scoperta per la prima volta nel 2007, si trova oltre 6.500 anni luce sopra il piano della Via Lattea Calvera è stata ora analizzata in dettaglio dal gruppo di ricerca guidato da Emanuele Greco, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Palermo, e del quale fanno parte ricercatori dell’Inaf di Milano e dell’Università di Palermo. I risultati sono pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.

“Le stelle massicce, cioè almeno otto volte più grandi del Sole, si formano quasi esclusivamente sul piano galattico, dove la densità del gas è più alta e favorisce la nascita stellare. Trovarne i resti a simili distanze dal piano è estremamente raro”, ha detto Greco per spiegare la prima, e più evidente, stranezza di questa stella ribattezzata Calvera, in omaggio all’antagonista del film western I Magnifici 7. Come il personaggio del film, Calvera si muove ai margini, fuori dalle regole, e sta riscrivendo ciò che sappiamo sulla vita e la morte delle stelle massicce nelle regioni più estreme della nostra galassia.

Indicata con la sigla 1RXS J141256.0+792204, Calvera è una pulsar, ossia una piccola stella molto compatta che rappresenta il relitto di una violenta supernova, in veloce allontanamento da una struttura di polveri quasi perfettamente circolare, interpretabile come il resto della supernova. Ora, nuove osservazioni ai raggi X, grazie al satellite XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea insieme a strumenti terrestri come il Telescopio Nazionale Galileo, hanno permesso di capire meglio i meccanismi che permettono alla pulsar di emettere anche raggi gamma, ritenuta un’altra delle 'impossibili' stranezze di Calvera. Dati che, inoltre, confermano l’origine comune tra Calvera e la nube di gas da cui la pulsar si sta allontanando: “il nostro studio – ha concluso Greco – mostra che anche le zone più tranquille e apparentemente vuote della galassia possono nascondere processi estremi”.

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