"I filtri algoritmici non sono una soluzione definitiva, serve più trasparenza da parte di provider e gestori dei siti. E la vera sfida è culturale". È il parere all'ANSA di Ernesto Belisario, esperto di diritto digitale, in merito ai recenti casi del forum Phica.eu e del gruppo Facebook Mia moglie, entrambi chiusi, e uniti dal filo rosso di foto rubate e di contenuti sessiti.
"Il web e i social non sono il far west - aggiunge l'esperto - ma in questi anni è mancata trasparenza su come i provider esercitano i loro poteri sui contenuti postati dagli utenti e la tempestività in caso di illeciti commessi sui siti e piattaforme. I filtri preventivi possono aiutare, ma non sono una soluzione definitiva. Dietro questi fenomeni c'è soprattutto una questione culturale enorme", ribadisce. "Bisogna definire meccanismi che permettano di reprimere e sanzionare velocemente i responsabili e di tutelare subito i contenuti e le persone coinvolte - osserva Belisario -. I provider e i gestori dei siti devono intervenire tempestivamente in caso di segnalazioni e, se non lo fanno, devono risponderne. Finora è mancata trasparenza su come i provider esercitano i poteri di controllo e su come funziona il sistema delle segnalazioni. Anche le norme Ue, come il Digital Services Act (DSA) che disciplina piattaforme e contenuti, incidono sul tema, ma resta il nodo del diritto penale, che varia da paese a paese".
"I filtri algoritmici - sottolinea - non sono risolutivi e talvolta possono creare problemi: pensiamo a una campagna di prevenzione dei tumori al seno oscurata dall'algoritmo di un social. Ovviamente, non bisogna assolutizzare: non tutte le piattaforme sono uguali, alcune hanno sviluppato maggiore attenzione, altre - come Telegram - sono molto meno reattive. Ma non si deve aspettare la bufera mediatica: anche una sola segnalazione ha valore e deve essere presa in considerazione". "Internet - conclude Belisario - è una grande risorsa che va gestita con responsabilità e non usata come strumento di offesa, in modi che non esistono nel mondo reale. Segnalare non significa essere delatori, ma contribuire a costruire un ambiente digitale migliore. Sullo sfondo resta comunque una sfida culturale di proporzioni enormi".
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