Elio torna al cinema con 'Tutta colpa del rock': "I veri ribelli oggi usano i congiuntivi"

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Nel cast anche Lillo Petrolo: "La musica e il cinema mi salvano da sempre". Nelle sale dal 28 agosto e in anteprima il 9 e 10 agosto con PiperFilm

 Elio, Lillo e Naska da sinistra: Elio, Lillo e Naska

07 agosto 2025 | 14.17

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"Mi assumo tutta la responsabilità di quello che dico: i veri ribelli oggi sono coloro che parlano un italiano corretto e usano i congiuntivi", ma anche "quelli che stanno con la stessa persona per tutta la vita, questo è un vero gesto di ribellione. Molto punk". A dirlo all'Adnkronos è Elio, leader degli Elio e le Storie Tese, che torna sul grande schermo in 'Tutta colpa del rock' diretto da Andrea Jublin, nelle sale dal 28 agosto e in anteprima il 9 e 10 agosto con PiperFilm. Il cantautore e attore condivide lo schermo con Lillo Petrolo: "Non ci sono più le personalità rock 'n roll di una volta", dice Lillo, "di ribelli veri oggi se ne vedono molto pochi. Almeno quelli che portano avanti i grandi temi. Sui social vediamo quelli dei piccoli temi. Per esempio, se metti su Instagram una ricetta e la sbagli, ti massacrano".

Il film racconta di Bruno (Lillo), un ex chitarrista rock in caduta libera: bugiardo, narcisista, padre assente. Finisce in carcere dopo una lunga serie di scelte sbagliate. Quando tutto sembra perduto, un’occasione inaspettata si presenta: formare una band con altri detenuti per partecipare al 'Roma Rock Contest'. In palio, i soldi necessari per mantenere la promessa fatta alla figlia Tina, ovvero portarla in America per un leggendario 'rock tour'. Al suo fianco, una formazione improbabile: Roberto (Maurizio Lastrico), coinquilino di cella; il Professore (Elio), cinico e silenzioso; Eva (Agnese Claisse), una batterista dal carattere esplosivo; Osso (Massimo Cagnina), un gigante dal cuore fragile; e K-Bone (Naska, al suo debutto cinematografico), ex trapper con un’anima da poeta. Tra scontri, musica e legami inaspettati, la band troverà nell’arte un’occasione di rinascita. "La musica mi ha salvato", dice Naska, che nel film è anche interprete del brano 'Nato nel posto sbagliato'. "Vengo da un paesino dove se non avessi inseguito il sogno di fare musica, sarei rimasto lì. Perché al paesino, come dico io, abbiamo un po' tutto il futuro segnato. Io volevo scrivere un'altra storia per me. Così ho deciso di fare musica e mi sono lanciato", ricorda il cantautore. Anche Lillo ha trovato un potere salvifico nell'arte. "Il cinema mi salva fin da quando sono bambino. Mi sono rifugiato tantissimo nei film per sognare, stare bene e dimenticare qualche brutto momento. Ma anche la musica mi ha salvato, mi ha curato e coccolato", racconta l'attore e comico. "Il cinema mi ha salvato quando ero piccolo. Ero inseguito da una banda di 'avversari' e mi sono nascosto in un cinema", ricorda Elio. La cosa più rock 'n roll che ha fatto nella sua vita "è rompere un vetro con una pentola, ma non l'ho fatto apposta", ammette Elio.

Mentre per Lillo "è stato suonare a Il Concertozzo degli Elio e le storie Tese. C'era talmente tante gente osannante che mi sono sentito una vera star del rock, poi avevo pure la chitarra. Io ho fatto tanti spettacoli nel corso della mia carriera, ma stare sul palco con la chitarra è un'altra storia". Il cinema, la musica e l'arte in generale "devono superare sempre i limiti e capaci di essere ribelli, soprattutto in questa fase storica in cui in ogni angolo c'è uno che dice 'no, non puoi fare questo o dire quello. L'arte non deve avere assolutamente limiti, ma deve ispirare", riflette Elio. Gli fa eco il collega Lillo: "Tutto ciò che è arte non può essere politicamente corretto. Cioè le due cose non vanno assolutamente d'accordo, è impossibile. Se sei politicamente corretto, vuol dire che non ti stai comportando da artista", conclude. Prodotto da Mattia Guerra, il film - accompagnato dalla colonna sonora originale firmata da Motta - è una produzione Be Water Film e PiperFilm, in collaborazione con Netflix, ed è interpretato anche da Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Agnese Claisse, Massimo Cagnina e Carolina Crescentini.

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