Domani il 14esimo incrocio tra le due nazionali: siamo sotto 8-5, ma abbiamo vinto l’ultimo, quello di un anno fa, che ci ha regalato la seconda Insalatiera della nostra storia
dal nostro inviato Riccardo Crivelli
22 novembre - 00:21 - MALAGA (SPAGNA)
La storia davanti. Quando trovi l’Australia in Davis, affronti un gigante: 28 successi, 21 finali, unica nazione insieme agli Stati Uniti ad aver vinto più di 200 incontri nella manifestazione (204). Quello di domani sarà il quattordicesimo incrocio tra l’Italia e i grandi rivali degli antipodi, siamo sotto 8-5 ma abbiamo vinto l’ultimo, quello di un anno fa che ci regalò la seconda Insalatiera della nostra storia. Non li battevamo dal 1980, un’attesa che è valsa la pena.
SUI LIBRI
—
Il primo match con gli australiani risale al 1928, ma insieme alla finale del 2023 sono quattro le sfide più intense e cariche di emozioni. Fino al 1960, all’ultimo atto della Davis arrivano appena quattro squadre: Stati Uniti, Australia, Gran Bretagna e Francia. La prima nazionale a spezzare la tradizione è proprio l’Italia di Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola, che in quell’anno batte Ungheria, Cile, Gran Bretagna e Svezia e vola a Sydney per la semifinale contro gli Stati Uniti (le vincitrici dei tre gruppi mondiali andavano a casa della vincitrice dell’anno prima che era qualificata d’ufficio per la finale). Rimontiamo da 0-2, raggiungiamo per la prima volta la finale ma i fenomenali Fraser e Laver sull’erba sono inavvicinabili: finisce 4-1 per loro.
il bis
—
L’anno dopo, il bis: sconfitti Belgio, Germania Ovest, Francia, Svezia e ancora gli Stati Uniti, ma a Melbourne (sempre sull’erba) l’Australia di Emerson, Laver e Fraser travolge 5-0 Pietrangeli e Sirola. Passano quindici anni, nel 1976 a Roma troviamo di nuovo gli australiani, in semifinale, ma questa volta con il vantaggio del fattore campo e della terra rossa. John Alexander, forse il rivale che Adriano Panatta ha più sofferto in carriera, si rivela un incubo e vince entrambi i singolari, ma John Newcombe perde prima da Corrado Barazzutti e poi in doppio insieme a Tony Roche in quella che probabilmente resta la miglior partita della carriera di Adriano e Bertolucci; Panatta strapperà poi il punto decisivo a Newcombe in un match rinviato per oscurità al giorno dopo sul 2-2 del terzo set: la porta sul trionfo in Cile. Nel 1977 torniamo di nuovo in finale, e stavolta ci tocca viaggiare fino a Sydney e sull’odiata erba: la squadra non è più in sintonia con Pietrangeli, malgrado una splendida prova in doppio di Bertolucci e Panatta ci arrendiamo a 3-1 a Roche e Alexander. Fino alla più bella delle rivincite 46 anni dopo.