L'attore aveva presentato reclamo all'autorità per la protezione dei dati personali

06 agosto 2025 | 17.09
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Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria dopo il caso della diffusione dei messaggi audio che Raoul Bova aveva inviato alla modella Martina Ceretti. Il Garante accerterà eventuali violazioni della normativa privacy e delle regole deontologiche dei giornalisti. Il contenuto dell'audio, proveniente da una conversazione privata via chat, è stato successivamente rilanciato sui social, spesso accompagnato da post, video e vignette dal tono ironico o denigratorio, ottenendo un’ampia risonanza mediatica.
L’Autorità è intervenuta a seguito del reclamo presentato dall’attore, assistito dall'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, sua ex suocera, e ha emesso un avvertimento nei confronti di tutti i potenziali utilizzatori dell’audio o di contenuti estratti dalla conversazione privata dell’attore, ribadendo che la loro ulteriore diffusione potrà comportare l’adozione di ogni provvedimento ritenuto opportuno, anche di carattere sanzionatorio.
La vicenda
Circa due settimane fa sul cellulare di Raoul Bova sarebbe arrivato un messaggio anonimo. Il mittente avvertiva l'attore che alcune sue conversazioni private con la modella e influencer Martina Ceretti sarebbero potute essere diffuse, danneggiandolo. L'attore non ha ceduto. Pochi giorni dopo, il 21 luglio, quelle chat sono diventate pubbliche, nel podcast 'Falsissimo' di Fabrizio Corona.
Le indagini sono coordinate dal pm Eliana Dolce. Il numero da cui è partito il tentato ricatto risulta intestato a un prestanome. "Corona, già condannato in passato per estorsioni, non è indagato. Il fascicolo è contro ignoti. Ma i pm valutano anche l'ipotesi della ricettazione - riporta il quotidiano La Repubblica - se chi ha diffuso quei contenuti era consapevole dell'origine illecita potrebbe aver commesso un reato".
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