"Confidiamo che la decisione
venga presa in tempi stretti, anche per rimuovere questo clima
d'incertezza che si è generato dal 3 gennaio in poi". Sono le
prime parole dell'avvocato Giuseppe Macciotta del pool difensivo
della governatrice Alessandra Todde, al termine della seconda
udienza nella prima sezione civile del Tribunale di Cagliari sul
ricorso della governatrice all'ordinanza ingiunzione di
decadenza emessa dal Collegio di garanzia elettorale della Corte
d'appello del capoluogo sardo.
"Noi abbiamo chiesto - spiega il legale - che il Tribunale
faccia luce sull'accertamento della inesistenza di una causa di
ineleggibilità, perché l'ordinanza, anche se non integrasse gli
estremi di una decadenza, certamente individua una fattispecie
di ineleggibilità sulla quale bisogna far luce. Noi riteniamo
che la presidente Todde non abbia commesso alcuna violazione,
neppur formale, neppur minima", chiarisce Macciotta in
riferimento alle contestazioni del Collegio di garanzia sulle
spese elettorali sostenute dalla governatrice durante la sua
campagna per il voto del febbraio 2024, sfociate in una sanzione
amministrativa di 40mila euro. L'avvocato auspica tempi brevi
per la sentenza anche perché, sottolinea, "il sentimento
generale è ormai che la presidente Todde dal 3 gennaio è
decaduta".
Oggi il collegio aveva due strade: leggere subito in aula il
dispositivo o ritirarsi e depositarlo in seguito (entro 60
giorni), che è stata la scelta del presidente Savona. Gli
avvocati dovranno attendere ora che il sistema informatico del
Tribunale notifichi il deposito della decisione. Il fatto che la
decisione non sia stata presa subito "è normale - commenta
Macciotta -, il Tribunale mostra rispetto anche verso la
discussione odierna e quindi vuole ponderare alla luce di
possibili nuovi elementi che possono essere emersi nella
discussione, è un fatto di rispetto della difesa".
Uno degli elementi nuovi è la costituzione nel procedimento
dell'avvocato Fercia, che si è visto revocare il mandato
difensivo dal Collegio di garanzia (rinnovato dopo il
pensionamento della presidente Gemma Cucca, sostituita da
Massimo Costantino Poddighe), ma che ha presentato un atto di
intervento "adesivo autonomo", per difendere comunque l'operato
del Collegio di cui faceva parte e l'ordinanza di decadenza che
lui stesso aveva contribuito a firmare.
"Nell'ipotesi in cui il ricorso della presidente dovesse
essere accolto - ha sottolineato in aula Fercia -,
contestualmente il Tribunale condannerebbe anche me alla
responsabilità civile e quindi da questo punto di vista credo di
avere il diritto di difendere il mio operato, perché io ho
servito la Repubblica e l'ho fatto con disciplina e onore, e ho
il diritto di dimostrarlo". Nell'intervento illustrato questa
mattina, l'avvocato e professore, si è soffermato su una
sentenza della Cassazione su un caso simile che ha riguardato un
parlamentare di Genova.
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